Fondato nel 2023 e guidato dalla GAVEFER Srl, il Centro Internazionale Uro-Andrologico nasce con l’obiettivo di riportare la persona e la sua salute al centro della pratica medica, superando un approccio aziendalistico che rischia di ridurre il paziente a un mero numero. A capo del progetto c’è il Sig. Raffaele Ferrara, fondatore e amministratore della società, che ha creato una realtà d’eccellenza con un’équipe di specialisti urologi di altissimo profilo. La missione è garantire un’assistenza completa e personalizzata, capace di rispondere alle diverse esigenze cliniche attraverso percorsi di cura integrati ed efficaci.
di Roberta Imbimbo

Sig. Ferrara, da fondatore e amministratore del Centro Internazionale Uro-Andrologico, qual è la visione che l’ha guidata nella creazione di questa realtà, e cosa ritiene renda il vostro Centro un punto di riferimento nel panorama urologico nazionale?
La mia visione nasce da un’esperienza personale e professionale che mi ha portato a osservare quanto spesso la medicina moderna rischi di allontanarsi dalla persona. Con il Centro Internazionale Uro-Andrologico ho voluto creare un luogo in cui il paziente tornasse ad essere davvero al centro del percorso di cura: accolto, ascoltato, seguito con attenzione e rispetto, non solo come caso clinico, ma come essere umano. Il nostro punto di forza è l’integrazione tra innovazione tecnologica, eccellenza clinica e relazione umana. Abbiamo scelto di collaborare con specialisti di altissimo profilo, per offrire soluzioni efficaci ma anche sostenibili nella vita quotidiana del paziente. Il Centro è, per me, il risultato di un progetto etico e professionale che guarda al futuro della salute con responsabilità e passione.
Il suo approccio gestionale e la filosofia del Centro mettono in evidenza quanto la qualità dell’assistenza sia centrale nella vostra attività. Entrando ora nel merito delle patologie trattate, iniziamo da una delle più comuni: l’IPB. Prof. Garaffa, che cos’è l’IPB e perché è così diffusa?
L’IPB è una condizione estremamente comune, caratterizzata dall’ingrossamento benigno della prostata, tipico dopo i 50 anni. Sebbene non si tratti di una patologia tumorale, l’IPB può causare una serie di disturbi che impattano significativamente sulla qualità di vita del paziente. Tra i sintomi più comuni ci sono la difficoltà nell’iniziare la minzione, la sensazione di svuotamento incompleto della vescica, la necessità di urinare frequentemente – soprattutto durante la notte – e un flusso urinario debole. Si tratta quindi di una patologia che, se trascurata, può influenzare anche la sfera psicologica e sessuale, incidendo sul benessere della persona e sulla vita di coppia. Ecco perché è fondamentale promuovere controlli urologici regolari già a partire dai 50 anni, o prima in caso di sintomi o familiarità.

Come affrontate l’IPB al Centro Internazionale Uro-Andrologico?
Adottiamo un approccio integrato e su misura. Iniziamo con una valutazione completa, attraverso esami specialistici come ecografia prostatica transrettale, uroflussometria e dosaggio del PSA. In base alla diagnosi, proponiamo un percorso terapeutico personalizzato: può includere terapia farmacologica, trattamenti mininvasivi o, se necessario, chirurgia. L’obiettivo è sempre lo stesso: massima efficacia con il minimo impatto sulla quotidianità del paziente.
Dott. Venturino, una delle vostre peculiarità sono le tecniche mininvasive. Ce ne parla?
Utilizziamo metodiche avanzate che permettono di trattare l’IPB senza compromettere la funzione sessuale. Ad esempio, la tecnica Rezum sfrutta il vapore acqueo per ridurre il tessuto prostatico, mentre Optilume utilizza un palloncino endouretrale che rilascia un farmaco che agisce localmente sui tessuti, mantenendo la pervietà del tratto urinario ed evitando l’ostruzione progressiva, tipica dell’IPB. Questi approcci consentono di preservare la funzione eiaculatoria e ridurre drasticamente i tempi di recupero, evitando il ricovero ospedaliero e riducendo il trauma chirurgico. È un modo più rispettoso e moderno di trattare una patologia molto diffusa.
Sig. Ferrara, quali sono le prospettive future del Centro Internazionale Uro-Andrologico?
Crescere in qualità, non in quantità. Vogliamo rafforzare il nostro modello di medicina integrata, ampliare le collaborazioni e introdurre nuove tecnologie. Ma soprattutto, vogliamo continuare a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione urologica. Perché il primo passo per curare… è conoscere.

























































