La geologia, come scienza fondamentale per la comprensione del nostro pianeta, affronta oggi numerose sfide. Ne abbiamo parlato con il Professor Pierluigi Musto, geologo nonché autore di numerosi articoli in materia, che ci ha fornito una panoramica sulle problematiche più urgenti in questo campo e sul futuro della disciplina.
di Roberta Imbimbo

Professor Musto, la geologia è una scienza che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella comprensione del nostro pianeta. Quali sono, secondo lei, le sfide più urgenti che affrontano oggi i geologi?
La Geologia è una scienza multidisciplinare, abbraccia campi specialistici diversi quali la geofisica, la geochimica, la paleontologia, la geomorfologia. Ognuna deve fare la sua parte per la comprensione della complessa dinamica terrestre. Conosciamo le zone a maggiore rischio sismico e quelle che possono essere investite da eruzioni vulcaniche, dobbiamo approfondire la ricerca per prevenire e mitigare i rischi connessi anche in relazione alle frane ed al dissesto idrogeologico. I geologi sono impegnati nella tutela del patrimonio urbanistico ed anche nella ricerca e approvvigionamento di risorse endogene.
Una delle sfide più grandi che stiamo affrontando riguarda la comprensione e la gestione dei rischi geologici. Fenomeni come frane, alluvioni e terremoti stanno diventando sempre più frequenti e intensi. Ce ne può parlare?
La gestione dei rischi geologici è molto complessa: i terremoti al momento non sono assolutamente prevedibili pertanto è necessario ragionare in termini di prevenzione e mitigazione dei rischi. La figura e la professionalità del geologo sono importanti per la gestione del territorio anche legata ai pericoli di frane, e tutti i fenomeni che si possono innescare a causa dei cambiamenti climatici. Il largo utilizzo del territorio, troppo spesso senza criterio, crea problemi di gestione e sicurezza in relazione ad eventi estremi ma sempre più spesso anche ordinari. Sarebbe necessario investire adeguatamente per mitigare i rischi connessi a queste importanti tematiche ambientali.
Ci potrebbe parlare di qualche innovazione recente che sta cambiando il campo della geologia?
Negli ultimi decenni si sono fatti passi da gigante. La geologia studia e approfondisce un “sopra” e un “sotto”. Il professionista effettua analisi di campagna, a queste si aggiungono i sondaggi e le indagini geofisiche. La “scuola napoletana” è stata protagonista di un’enorme periodo innovativo nella comprensione della evoluzione geologica del nostro Paese. I docenti dell’Università di Napoli “Federico II” del periodo in cui io ero studente, sono stati artefici di reinterpretazioni significative su vari argomenti di ricerca. Ritengo sia stato fondamentale un congresso della Società Geologica Italiana avutosi a Sorrento nel 1987 in cui sono stati presentati numerosissimi contributi scientifici multidisciplinari con dibattiti accesi e approfonditi. Si sono poste le basi per ulteriori sfide nella conoscenza e comprensione di fenomeni complessi. Da allora sono stati fatti ulteriori passi avanti anche con l’aiuto fondamentale della tecnologia. Uno degli esempi che vivo da cittadino flegreo è l’evoluzione nella conoscenza del bradisismo di cui negli anni ‘70 si sapeva poco o nulla e di cui oggi si hanno maggiori conoscenze. Ritengo fondamentale sottolineare che nelle scienze, spesso, ad ogni passo avanti si intrecciano nuove problematiche, quindi nuove sfide in accordo con il progresso ed il metodo scientifico. Negli ultimi decenni anche nel campo della geologia tecnica, sono stati fatti passi da gigante con il progressivo affinamento di metodi per la salvaguardia del patrimonio urbanistico e dell’ambiente.
Il cambiamento climatico è un tema centrale per la nostra epoca. Quale può essere il ruolo della geologia?
Oltre agli aspetti prettamente tecnici di cui ho parlato precedentemente, attraverso la geologia si comprende come sulla terra il clima abbia subìto notevoli variazioni ben prima dell’avvento dell’uomo. L’era Quaternaria è stata caratterizzata da periodi freddi (glaciali) alternati ad altri caldi (interglaciali). Le analisi e gli studi a tal riguardo sono affascinanti e molto complessi. Riuscire a capire come la natura può influire e interagire sui cambiamenti climatici aiuta ad isolarne le cause ed a migliorare la relazione “uomo – ambiente”.
Qual è la sua visione per il futuro della geologia nel prossimo futuro?
Questa domanda meriterebbe approfondimenti particolari e specifici in quanto la ricerca è sempre attiva nonché fondamentale per progredire in ogni settore della geologia. La geofisica ha molti aspetti ancora da chiarire: la migliore conoscenza dell’interno del nostro pianeta la sua dinamica e tutti gli aspetti connessi. Lo stesso vale per la comprensione dell’evoluzione dei paleoambienti con le varie implicazioni tettoniche climatiche etc. Altro campo è la ricerca e lo studio delle geo-risorse: i giacimenti petroliferi, i bacini per l’approvvigionamento idrico, la geotermia. Si tratta solo di alcune delle sfide in campo, e sicuramente di grande interesse. Non possiamo dimenticare il monitoraggio delle frane, le analisi del territorio in relazione al dissesto idrogeologico in senso lato; tutti aspetti che meritano grande attenzione.
Come vede il rapporto tra giornalismo e geologia? In che modo questi due settori possono collaborare per sensibilizzare il pubblico su temi legati al nostro pianeta? Qual è, secondo lei, il ruolo dei geologi nel fornire informazioni accurate ai media riguardo ai fenomeni naturali?
Gli Enti di Ricerca e l’Ordine Professionale dei Geologi svolgono un lavoro importante e delicato sia per la comprensione dei vari fenomeni sia nella prevenzione dai rischi connessi. Il giornalismo può avere un ruolo fondamentale nella divulgazione corretta dei vari argomenti senza cercare sensazionalismi attraverso magari titoli accattivanti ma spesso fuorvianti. Sono un grande fautore della comunicazione scientifica, la difficoltà spesso è nel linguaggio in quanto esso deve essere rigoroso ma comprensibile alla popolazione.
Quando si parla di fenomeni geologici, come i terremoti o le frane, quali sono le informazioni più importanti che il pubblico dovrebbe ricevere dai media?
A tal riguardo la Protezione Civile già da tempo ha avviato un progetto “Io non rischio”. Tale è stato proposto anche nelle scuole e sarebbe opportuno farne periodicamente ulteriore divulgazione. Ecco il link:https://iononrischio.protezionecivile.it/it/
Cosa pensa della crescente attenzione ai temi legati al cambiamento climatico e al rischio geologico nei media?
Negli ultimi anni, con l’avvento di internet e dei social, è più facile reperire informazioni scientifiche anche attraverso la divulgazione di pubblicazioni scientifiche; troppo spesso si incorre nel grosso problema che si danno interpretazioni senza avere robuste conoscenze e competenze in materia. Insomma come per il calcio: tutti allenatori, in questo settore tutti si diventa sismologi geologi o climatologi. Tutto ciò facilmente crea confusione con ripercussioni anche nel sociale. Ricordiamo che le pubblicazioni, che sono validate da revisori, può capitare che forniscano dati contrastanti, ciò rientra nella normale discussione in ambito strettamente scientifico. Chi fa divulgazione scientifica a mio parere ha un ruolo centrale: deve poter comunicare in veste neutrale per fornire una visione più ampia possibile circa i vari argomenti scientifici. Le scienze non forniscono “verità assolute” ma allo stesso tempo ogni informazione deve essere supportata da dati ufficiali e robusti. Questi ultimi devono essere reperiti dagli organi ufficiali!!!
Come vede il futuro della comunicazione geologica? C’è qualche aspetto della geologia che, a suo avviso, i media dovrebbero iniziare a trattare con maggiore frequenza e attenzione?
La comunicazione geologica può e deve seguire i vari accadimenti: 30 anni fa per esempio non si parlava di cambiamenti climatici. Da cittadino flegreo, durante la crisi dell’82-84 si è fatta ampia comunicazione giornalistica del fenomeno del bradisismo, oggi l’informazione si è ulteriormente evoluta con l’avvento di internet. I media seguono l’evolversi degli scenari; Il territorio italiano ha delle caratteristiche geologiche tali che i temi da trattare sono molteplici ma in generale l’attenzione alla prevenzione e all’attenuazione dei rischi, a mio parere, deve essere estremamente importante.