Malgrado le trasformazioni delle economie e delle società, le aziende familiari continuano ad essere un modello di impresa dominante in Italia e nel mondo; nel nostro Paese esse rappresentano l’85% del totale delle imprese e contribuiscono a produrre il 70% di PIL. Cuore pulsante del tessuto produttivo italiano, esse si trovano ad affrontare numerose sfide legate all’enorme accelerazione dei mercati, delle tecnologie e delle trasformazioni in ambito socio-economico, che richiedono strategie di gestione e governance altamente innovative. “La continuità aziendale rappresenta da sempre un tema centrale per le aziende familiari nella sfida per la longevità” asserisce il Prof. Salvatore Tomaselli, Professore Associato di Economia Aziendale nell’Università di Palermo, e consulente aziendale specializzato nel family business. “In controtendenza rispetto al passato, recenti dati empirici dimostrano che oggi le aziende familiari, che si preparano bene alle transizioni, continuano a crescere anche dopo la seconda generazione (smentendo il famoso detto: la prima generazione costruisce, la seconda gode e la terza distrugge); e che esse hanno una maggiore resilienza e un miglior impatto sul mercato del lavoro (anche in termini occupazionali) in periodi di crisi rispetto alle imprese non familiari”. Una delle sfide più avvincenti è dunque proprio quella di riuscire a costruire le giuste condizioni affinché l’impresa portata al successo dal suo fondatore possa continuare a prosperare anche con le successive generazioni. “Occorrono strabismo strategico e visione olistica per governare con successo un’impresa familiare”. Lo strabismo strategico è la capacità di puntare lo sguardo contemporaneamente sul breve e sul lungo periodo. “In un mondo che sovente costringe a concentrare l’attenzione sul breve periodo, ma che presenta sfide che si presenteranno nel lungo termine, è di fondamentale importanza avere una visione chiara e strategica sia in termini di programmazione che in termini di prevenzione di possibili crisi o di improvvisi cambiamenti di rotta. Gli imprenditori visionari sono in grado di affrontare con successo le sfide quotidiane; di ottenere vantaggi competitivi anticipando in modo proattivo le esigenze di un mercato in continua evoluzione e di adattare le strategie aziendali alle minacce o alle opportunità che provengono dai rapidi cambiamenti del contesto sociale ed operativo; hanno però al contempo anche la capacità di vedere oltre il presente, di estendere lo sguardo oltre l’orizzonte e di immaginare tutti gli scenari futuri”. Per poter assumere decisioni strategiche per il futuro, l’imprenditore deve sviluppare una Visione Olistica, ovvero la capacità di considerare l’azienda come un sistema integrato, in cui tutte le parti sono interconnesse e contribuiscono al successo complessivo. L’imprenditore, ad esempio, non può non considerare tutte le dinamiche relazionali  e sociali interne, poiché la struttura della famiglia influenza il modo di essere dell’impresa anche in quelle realtà in cui la famiglia è molto distante dalla gestione quotidiana; così come le dinamiche aziendali influenzano le relazioni familiari e la capacità della famiglia di interagire correttamente con l’azienda. Una gestione strategica di successo implica dunque l’interdipendenza tra la vita dell’azienda e quella degli equilibri interni alla famiglia che la gestisce. Non a caso ho voluto coniare un termine, Cittadinanza familiare, proprio perché l’armonia del nucleo gestionale familiare è il presupposto fondamentale per il corretto funzionamento dell’azienda, che deve essere gestita con Pensiero Sistemico, promuovendo un clima di fiducia e di collaborazione tra tutti i membri della famiglia. In conclusione, oggi senza ombra di dubbio occorre una cultura aziendale più moderna: solo grazie allo strabismo strategico, al pensiero sistemico e alla visione olistica l’azienda riuscirà non solo ad essere veramente competitiva in un mercato in continua evoluzione ma a preservare il suo valore per le generazioni future.