In un anno l’Italia ha scalato dieci posizioni nella classifica di Transparency International: secondo i dati dell’Indice della percezione della corruzione 2021  il nostro Paese è infatti al 42° posto su una classifica di 180 Paesi. L’anno precedente occupava il 52° posto. “Tale miglioramento è senza ombra di dubbio da attribuirsi alla crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell’ultimo decennio ed è anche il frutto del lavoro svolto da numerose Organizzazioni del settore privato nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità, scegliendo volontariamente di certificarsi ISO 37001 “Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione” asserisce in questa lunga intervista Manolo Valori, Direttore Tecnico di CVI Italia, sede italiana del gruppo slovacco CVI SRO, una delle più importanti realtà nel settore delle certificazioni volontarie con accreditamento internazionale.

di Roberta Imbimbo

Dott. Valori, che cos’è l’indice di Percezione della Corruzione?

L’indice di percezione della corruzione (CPI) è un indicatore statistico pubblicato annualmente da Transparency International. L’indice, che va da 0 (per paesi più corrotti) a 100 (per paesi meno corrotti), si basa su 13 sondaggi di esperti del settore e di rappresentanti di imprese condotti da varie Istituzioni (per esempio la Banca Mondiale) e ha l’obiettivo di misurare il grado corruzione percepita. La metodologia di rilevazione ovviamente cambia ogni anno per riuscire a dare uno spaccato sempre più attendibile delle realtà locali.

Cosa evidenzia l’ultimo rapporto pubblicato?

Transparency International ha recentemente pubblicato il report contenente i risultati del 2021, che mostrano come l’Italia (che ha conseguito un punteggio di 56 su 100) stia proseguendo il suo percorso di miglioramento della corruzione percepita, anche se il gap con i Paesi più virtuosi è ancora ampio. Il nostro Paese ha guadagnato ben 10 posizioni rispetto alla graduatoria del 2020, assestandosi al 42esimo posto su 180 Paesi nel mondo (17esimo posto sui 27 Paesi UE) e ben 14 posizioni dal 2012,  anno di entrata in vigore della L.190 in tema di prevenzione e repressione della corruzione nella P.A.. Ciononostante, vi sono ancora alcuni nodi da sciogliere sul fronte dell’anticorruzione e della trasparenza: il ritardo nella trasposizione della Direttiva europea 2019/1937 sul tema del whistleblowing, i cui termini sono scaduti a dicembre 2021 e che consentirebbe di completare la disciplina contenuta nella legge 179/2017; la pubblicazione del registro dei titolari effettivi (trust)  e il processo legislativo per la regolamentazione del lobbying.

I passi in avanti registrati negli ultimi anni sono anche il frutto del lavoro svolto da numerose Organizzazioni del settore privato nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a una diffusione crescente di Organizzazioni certificate ISO 37001 “Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione”, un segnale di responsabilità e sensibilità al tema  da parte delle aziende italiane. Ce ne può parlare?

Il miglioramento registrato va sicuramente attribuito anche all’adozione, da parte delle Organizzazioni del settore privato, del Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione ISO 37001:2016. Questa norma (chiamata Anti-bribery Management System) è stata strutturata con lo specifico intento di aiutare le Organizzazioni a combattere le diverse forme di corruzione e a promuovere una cultura d’impresa etica. Per l’Organizzazione, sia essa privata che pubblica, l’aver creato un sistema di gestione anti-corruzione è infatti già un primo modo efficace per ridurre il rischio corruttivo e, di conseguenza, l’esposizione a responsabilità sotto il profilo dell’applicazione delle sanzioni previste dal D.lgs 231/2001.

Nello specifico, quali vantaggi offre tale certificazione?  

La certificazione secondo la norma ISO 37001 permette ai soggetti pubblici e privati che hanno deciso di implementare un sistema organizzativo volto alla prevenzione e al contrasto della corruzione, di ottenerne la verifica e validazione da parte di un organismo indipendente e riconosciuto internazionalmente, fornendo testimonianza della propria scelta etica. I vantaggi quindi sono molteplici. La possibilità di sostenere, in caso di reato, che la propria Organizzazione abbia ispirato il proprio modello di business alla prevenzione dei reati sulla base di uno Standard internazionale riconosciuto come “Best Practice”. In tal modo  gli amministratori potranno dimostrare di aver adottato un modello organizzativo per la prevenzione della corruzione, e potranno altresì beneficiare di un effetto mitigatorio delle sanzioni previste dal D.lgs 231/2001. In tema di appalti pubblici, la Certificazione ISO 37001 faciliterà l’acquisizione del Rating di Legalità, da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. La stessa faciliterà anche l’acquisizione del Rating di Impresa da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Circa la competitività delle Organizzazioni, la Certificazione ISO 37001 diventerà sempre più un elemento distintivo non solo di tipo “etico”, ma anche di tipo “sostanziale” (la conformità allo standard ISO 37001 diventerà ad esempio un requisito necessario per partecipare a bandi pubblici). Insomma, si tratta di una certificazione importantissima che certamente contribuisce alla diffusione di una cultura della legalità, comporta benefici in termini di tutela del patrimonio, di competitività e rating di legalità.

Questa certificazione costituisce quindi una vera e propria opportunità per le imprese (da perseguire liberamente e volontariamente) di operare nel segno della legalità e della trasparenza. Perché in questo settore è fondamentale rivolgersi a professionisti esperti per l’ottenimento della Certificazione?

Perché è importante mappare tutti i processi aziendali, per verificare che l’operato di una determinata azienda sia effettivamente conforme alle normative cogenti in tema di anti-corruzione,

che sono parte integrante di quella sostenibilità sociale, ambientale e di governance – comunemente nota come ESG – environmental, social and governance – che sta diventando un imperativo per un numero crescente di imprese, nel mondo e in Italia. In questo contesto operativo, in cui è indispensabile prevenire, rilevare e risolvere eventuali azioni di corruzione poste in essere da dipendenti, rappresentanti o amministratori delle Società, CVI Italia è un punto di riferimento importantissimo, essendo in grado di suppore in modo appropriato le aziende ad operare nel segno della legalità e della trasparenza, favorendo anche l’adozione di misure adeguate di governance e controllo.