Un accordo che segnerà per sempre il modo di ascoltare musica online. Facebook ha appena chiuso una trattativa con la Universal Music, una delle tre più grandi etichette discografiche dell’industria musicale, grazie alla quale potrà diffondere, anche in anteprima, le canzoni degli artisti sulle piattaforme che possiede, in primis il social network per eccellenza ma anche Instagram e Oculus.
Al momento non si sa bene in cosa si tradurrà la collaborazione ma è evidente che se sulla piazza virtuale i contenuti che vanno per la maggiore sono i video, soprattutto quelli musicali presi da servizi competitor, adesso Zuckerberg potrà giocare le sue carte in casa, costruendo una sorta di juke-box digitale pieno zeppo delle star più famose sotto contratto con la Universal.
L’obiettivo, peraltro dichiarato già diverse volte, è quello di spingere le persone a restare più tempo possibile tra le finestre di Facebook, che si tratti delle app per smartphone e tablet o i portali su computer. Per raggiungere uno scopo del genere, il sistema social deve trasformarsi in qualcosa di molto più grande e vasto, che comprenda non solo i post degli amici o i pettegolezzi dei colleghi.
Una linea strategica simile non è per nulla nuova, anzi Mr. Zuck l’ha intrapresa già da un po’, con la creazione dei marketplace ad esempio ma anche di una migliore razionalizzazione degli eventi di interesse per ogni singolo utente, gruppi di discussione in stile forum, apertura delle dirette video per tutti (prima potevano solo i vip con Mentions), lotta alle fake news per prendere il posto di Google e degli aggregatori di notizie e molto altro. Insomma, da contenuto a contenitore, con una base potenziale di 2 miliardi di iscritti.
L’accordo tra Facebook e Universal Music è fondamentale per entrambe le compagnie, visto il pubblico di riferimento, ma anche per la concorrenza, che ora dovrà inventarsi qualcosa per non soccombere sotto i colpi dello stratega Zuckerberg. Il primo a preoccuparsi dovrebbe essere Spotify, che per un ascolto libero e senza interruzioni richiede un abbonamento mensile, al quale per ora il social network non sta pensando. Ma anche YouTube, che finora ha potuto fare il bello e cattivo tempo, in assenza di una vera concorrenza (Vimeo e Co. sono ancora client di nicchia).
In realtà, la mossa intelligente l’ha fatta proprio Universal Music, controllata dal gruppo Vivendi SA, che è riuscita a chiudere a inizio dicembre una simile partnership proprio con YouTube, per aumentare la diffusione dei clip musicali, in studio e dal vivo, della sua scuderia. Il tutto per ammazzare definitivamente il mercato della condivisione illegale e semplificare l’accesso a contenuti multimediali, ponendo fine (almeno per il momento) le dispute sui diritti di copyright.
Non è infatti raro che i navigatori di YouTube carichino i loro video con le ultime uscite, attirando un bel po’ di clic e portando a casa visualizzazioni e, quindi, introiti. Ecco, la volontà dell’etichetta va proprio nella direzione di contrasto ad attività del genere: cercando di arrivare prima per rendere disponibili le novità in maniera veloce e concordata.
Il bello è che oltre che su Facebook, i brani e i filmati potranno finire sul resto dei prodotti messi sotto il cappello della statunitense, come Instagram e Oculus. In particolare la piattaforma VR avrà l’opportunità di sperimentare nuovi modelli di fruizione, sfruttando il sempre crescente trend del virtuale che interessa un pubblico vasto ed eterogeneo.