Il 13 marzo scorso, una scossa di magnitudo 4.6 ha scosso il comune di Bagnoli (è stata la più forte degli ultimi 40 anni in quest’area), lasciando dietro di sé una scia di danni e preoccupazioni. La paura e l’incertezza hanno colpito duramente gli abitanti del quartiere operario di Napoli, molti dei quali si sono visti costretti a lasciare le loro abitazioni dichiarate inagibili. Un disagio che sembra non avere fine, soprattutto a causa della mancanza di risposte concrete e tempestive da parte delle Istituzioni. E così i riflessi di quella terribile scossa si stanno ancora avvertendo.
di Roberta Imbimbo
Diversi palazzi hanno subito danni strutturali gravi, tanto che le autorità competenti non hanno avuto altra scelta se non quella di dichiararli inagibili. Le famiglie, spaventate e senza un tetto sicuro, si sono ritrovate a vivere una situazione di emergenza senza sapere dove poter andare. “La paura è tanta, non solo per il rischio terremoto che ancora incombe sull’intera area flegrea, ma anche e soprattutto per il futuro incerto che ci attende”, racconta Enrico, che da quel giorno vive con la sua famiglia in una sistemazione temporanea. Sul suo volto si legge chiaramente la disperazione di chi quella notte ha perso tutto. Come lui, altre 380 persone sono state allontanate dalle proprie abitazioni (numero probabilmente destinato a crescere dal momento che le verifiche sono ancora in corso). Ed ora, per la comunità di Bagnoli, il futuro si prospetta davvero incerto. Se da un lato la solidarietà dei vicini e delle associazioni locali ha offerto loro un primo soccorso, dall’altro lato la situazione si è aggravata ulteriormente con il passare dei giorni. Le famiglie sfollate non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno economico immediato. I fondi promessi dal Governo, circa 35 milioni di euro che dovevano servire per garantire sistemazioni temporanee, per coprire le riparazioni degli edifici danneggiati e per aiutare i cittadini più vulnerabili, non sono ancora arrivati. “Abbiamo sentito solo parole, promesse che non sono state ancora mantenute. Siamo stati abbandonati”, lamenta Francesca, che da giorni vive in un alloggio provvisorio con la speranza di ricevere un aiuto concreto. Le criticità legate alla gestione del disastro sono infatti evidenti, con la comunità locale che si trova ora a dover fare i conti con una lentezza burocratica che sta ulteriormente aggravando la già delicata situazione. Sebbene il Governo abbia dichiarato lo stato di emergenza nazionale, i fondi per la ricostruzione e per il sostegno alle famiglie non sono ancora arrivati perché bloccati presso il MES. “La ricostruzione non può aspettare. La gente ha bisogno di sapere quando potrà tornare nelle proprie case e, soprattutto, quando potrà ricevere un aiuto per risollevarsi”, affermano a gran voce gli abitanti della zona, che stanno cercando disperatamente di sensibilizzare le Istituzioni competenti sull’importanza di ricevere risposte certe e tempestive. Ma, nonostante gli appelli, il Governo centrale ha per ora rimandato l’erogazione delle risorse necessarie, facendo crescere la frustrazione tra la popolazione. L’assenza di risposte chiare e tempestive sta infatti minando il morale della comunità. Le famiglie continuano a vivere con l’incertezza di non sapere quando potranno tornare nelle proprie case o, peggio, se dovranno fare i conti con una situazione irreparabile. Intanto, la paura di un altro terremoto, che possa causare ulteriori danni, pesa sulle spalle di chi è già provato dal trauma del 13 marzo. L’amministrazione locale sta cercando di fare il possibile con risorse limitate, ma senza un sostegno adeguato è difficile offrire una risposta concreta alle esigenze di tutti i bagnolesi. “Abbiamo bisogno di fondi urgenti, ma soprattutto di una risposta rapida per poter ricominciare a vivere. Non possiamo più aspettare”, conclude il povero Enrico.

Il caso di Bagnoli è solo uno degli innumerevoli esempi di come la gestione delle emergenze e il mancato tempestivo stanziamento dei fondi possano aggravare la vita delle persone colpite da un disastro naturale. La mancanza di un piano d’intervento chiaro e tempestivo non fa che aumentare il disagio e la sofferenza di chi si ritrova ad affrontare una tragedia senza le risorse adeguate per ricostruire la propria vita. La comunità di Bagnoli, come molte altre in Italia, ha bisogno di risposte concrete. Non è solo una questione di aiuti finanziari, ma di un impegno serio da parte delle Istituzioni per garantire che nessuno venga lasciato indietro, soprattutto nei momenti più critici.