Padoan: «Non ho autorizzato ministri a occuparsi di Etruria»

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La decisione di confermare il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è stata ispirata «essenzialmente alla continuità istituzionale in un contesto in cui seppure in fase di miglioramento dell’economia l’andamento dell’Italia continua a essere importante» Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso dell’audizione in commissione d’inchiesta sulle banche che si è svolta questa mattina, spiegando che «si è voluto dare un segnale ai mercati. Pur riconoscendo che in alcuni singoli casi la vigilanza poteva fare meglio, ciò avveniva in contesto di cambiamento delle norme europee e di crisi economica». Nella gestione delle crisi delle banche italiane «ci sono casi sotto gli occhi tutti, per esempio nelle banche venete, dove i fenomeni non sono spiegabili solo con gravità della crisi e il cambiamento delle regole» ha detto poi rispondendo ad alcuni commissari che gli chiedevano di indicare i casi in cui l’azione della vigilanza è stata insufficiente.

Fonti Mef: gestione delle crisi effettuata esclusivamente dal Tesoro
In serata, poi, fonti del ministero dell’Economia hanno precisato che «la gestione delle crisi bancarie è stata effettuata esclusivamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, in stretto coordinamento istituzionale con la presidenza del consiglio dei Ministri e la Banca d’Italia». La precisazione è stata effettuata «alla luce delle interpretazioni strumentali elaborate da più parti sulle dichiarazioni rese nel corso dell’audizione del ministro Padoan presso la Commissione d’inchiesta sulle banche». Inoltre, hanno aggiunto le fonti del ministero, «richieste di autorizzazione come quelle ipotizzate nel corso dell’audizione non sono plausibili e come ha risposto il ministro Padoan non sono state formulate». Per quanto riguarda il ruolo della vigilanza, hanno precisato le stesse fonti, «il ministro Padoan ha chiarito nel corso dell’audizione che l’operato delle autorità si è svolto in condizioni di difficoltà oggettiva dovuta alla profonda recessione e in alcuni casi è plausibile che sia stata ostacolata da amministratori».

Etruria: governo no passacarte, non ho autorizzato ministri a colloqui
Rispondendo, nel corso dell’audizione di questa mattina, a chi gli chiedeva se il governo avesse condiviso la decisione del commissariamento di Banca Etruria, Padoan ha detto che il governo «non fa da passacarte» in caso di commissariamento di una banca proposta da Banca d’Italia e, anche nel caso di Etruria a inizio 2015, «ha condiviso le esigenze del commissariamento» dell’istituto aretino e «approvato». E al senatore Andrea Augello, che gli chiedeva dei colloqui tenuti dai ministro Maria Elena Boschi e Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria, Padoan ha risposto: «Ho appreso di questi specifici incontri dalla stampa», «io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al Ministro delle finanze che d’abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio». Il ministro ha poi precisato di non aver mai incontrato Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria, né Vincenzo Consoli, ad di Veneto Banca. E Ha poi riferito di aver incontrato «moltissime volte» l’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, ma di non aver mai parlato con di possibile aggregazione tra Unicredit e Banca Etruria.

Strategia su Npl sta dando frutti
Sul fonte Npl, Padoan – riepilogando le misure varate dall’esecutivo in campo fiscale, legislativo e la garanzia Gacs concordata con la Ue- ha sottolineato che «la strategia messa in campo sta dando i frutti sperati» sulla riduzione dei crediti deteriorati delle banche. Il ministro ha ricordato come il valore lordo complessivo dei crediti deteriorati, dopo il picco di 361 miliardi del 2015, sia ora a 287 miliardi (-25%).

Sulle 4 banche non si poteva andare contro Ue

Padoan ha detto che l’Italia non avrebbe potuto attuare un intervento senza autorizzazione della Commissione Ue per salvare le 4 banche finite poi in risoluzione attraverso il Fondo Interbancario di tutela dei depositi a fine 2015, ovvero Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti. E ha ricordato che uno «stato membro non può dare aiuti prima di una decisione positiva della Commissione Ue. Se si fosse proceduto senza una notifica, gli aiuti sarebbe stati dichiarati incompatibili con l’obbligo della loro restituzione». «Questo rischio – ha detto Padoan – avrebbe comportato impossibilità di trovare acquirenti per le 4 banche per effetto dell’incertezza sulla tenuta giuridica dell’operazione che avrebbe disincentivato offerte». Inoltre, ha aggiunto il ministro, la ricapitalizzazione ad opera del fondo avrebbe comportato un «intervento della Bce che non avrebbe autorizzato acquisto senza parere positivo della Commissione europea».

Rimborsate a risparmiatori più di metà bond
Il ministro ha riferito che «il Fondo interbancario di tutela dei depositi stima che quando le pratiche saranno state tutte esaminate, verranno rimborsati agli obbligazionisti circa 190 milioni di euro» dei 4 istituti di credito finiti in risoluzione. «Ricordo che le obbligazioni emesse dalle quattro banche regionali e distribuite a un pubblico di piccoli risparmiatori – ha aggiunto Padoan – ammontano a circa 340 milioni e che pertanto le obbligazioni oggetto della procedura forfettaria ammontano a più della metà del totale».

Banca Etruria, discussioni continue tra me e premier

Rispondendo a una domanda sulle modalità che hanno portato al commissariamento di Banca Etruria, Padoan ha detto che «la proposta è arrivata da Bankitalia. Abbiamo recepito e condiviso l’esigenza di commissariamento». «Le discussioni a livello di Governo sulle banche in difficoltà e non su una in particolare – ha aggiunto il ministro – avvenivano in modo continuativo tra il Presidente del consiglio e me e in altre rare occasioni ci sono state discussioni in gruppi più ampi del governo ma prevalentemente tra il Presidente del Consiglio e il sottoscritto».

Su bail in mantenere flessibilità norme Ue
Padoan auspica che venga mantenuta la flessibilità delle norme Ue sul bail che «viene oggi messa in discussione da alcuni, in Europa, proprio a seguito degli interventi effettuati in Italia». Durante l’audizione ha spiegato come alcuni «chiedono ad esempio di rivedere i criteri di accesso alla ricapitalizzazione precauzionale» mentre «altre proposte chiedono di aggiornare la Comunicazione della Commissione sul settore bancario, per renderla più stringente nei casi in cui si effettui una liquidazione, prevedendo anche in questo caso l’applicazione del bail-in». Il ministro ritiene invece che «la flessibilità individuata nelle norme europee vada preservata, perché essa apre una sorta di fase transitoria di fatto che può essere sfruttata per completare l’Unione bancaria, rimediando ad alcune lacune che sono già emerse, in parte connesse anche alla mancata previsione di una fase transitoria di diritto».

Banche mantengano impegno, riducano rischi
Nel corso dell’audizione, poi, il ministro ha evidenziato la necessità che le banche italiane mantengano gli impegni presi a ridurre i rischi del sistema e in particolare gli Npl. A livello europeo, ha detto, «occorre soprattutto completare l’Unione bancaria con il terzo pilastro, il sistema di garanzia dei depositi, e il c.d. Common Backstop pubblico per il Fondo di risoluzione unico». E, ha aggiunto: «Da parte nostra, dovremo mantenere l’impegno a ridurre i rischi nel nostro settore bancario, a cominciare dai crediti deteriorati, portando avanti con coerenza l’ambizioso piano concordato in Ecofin lo scorso giugno».

Mps, investimento sarà un affare per lo Stato
Nel corso dell’audizione-fiume, durata oltre 4 ore, Padoan si è detto «convinto» che l’investimento dello Stato Italiano nel Monte dei Paschi di Siena sotto forma di ricapitalizzazione precauzionale «sarà un affare per lo stato italiano oltre che per il risanamento della banca». In particolare, il ministro ha spiegato che l’investimento in Mps «sicuramente non va valutato oggi a valore di mercato», ma, a suo parere, invece, quello che ha senso è spostare la valutazione più avanti. »Alla fine del processo in cui lo Stato uscirà da Mps – ha detto – vedremo quale valore di mercato avrà. Io sono convinto che sarà un affare».

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-12-18/padoan-strategia-npl-sta-dando-frutti-105827.shtml?uuid=AEbXL1TD&refresh_ce=1