L’obesità è un problema crescente che ha raggiunto proporzioni preoccupanti a livello mondiale, con milioni di persone affette da questa condizione patologica (secondo l’OMS, oltre un miliardo di persone nel mondo soffrono di obesità e i numeri sono quelli di un’epidemia). Questa patologia cronica – che ha effetti devastanti sulla salute e sul benessere degli individui – colpisce tutte le fasce di età, senza distinzioni geografiche o sociali. In molti paesi, è considerata una delle principali cause di morte e uno dei fattori di rischio più significativi per una serie di malattie croniche, tra cui diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, e alcuni tipi di cancro. “E’ importante prevenire e gestire l’obesità sin dalla prima infanzia, attraverso dieta, attività fisica e cure adeguate”, osserva il Dott. Paolo Piero Limone, medico specializzato in Endocrinologia, Diabetologia e Medicina Interna, Primario Emerito della Struttura Complessa di Endocrinologia Diabetologia e Malattie del Metabolismo dell’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino e del Centro per le Malattie della Tiroide.
di Roberta Imbimbo
Dott. Limone, l’obesità è un problema multidimensionale. Quali sono le cause all’origine di questa grave patologia?
Le cause dell’obesità sono complesse e vanno ben oltre la semplice questione delle calorie consumate. Fattori genetici, ormonali, ambientali e psicologici giocano tutti un ruolo chiave. L’alimentazione inadeguata, l’eccesso di cibo ad alta densità calorica e la sedentarietà sono i fattori principali che favoriscono l’obesità. Le società moderne, caratterizzate da una vita frenetica e poco fisica, sono una fertile incubatrice per il proliferare dell’obesità. L’accesso facile e a basso costo a cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri e grassi, è un fattore determinante che sta alimentando questa pandemia che ha un impatto devastante sulla salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’obesità aumenta infatti il rischio di sviluppare diverse patologie, tra cui malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, e alcune forme di cancro come quello al colon e al seno. Una delle preoccupazioni principali dei nostri tempi è che l’obesità sta colpendo sempre di più i bambini e gli adolescenti. I dati indicano che l’obesità infantile è in continuo aumento, con conseguenti effetti sullo sviluppo fisico e psicologico dei giovani. Bambini obesi sono più inclini a diventare adulti obesi, creando un ciclo intergenerazionale di problemi di salute.
Come trattare allora questa patologia?
La prevenzione è la parola chiave per fermare questa epidemia. Modifiche alle abitudini alimentari, un maggiore impegno nell’attività fisica e la sensibilizzazione sui pericoli legati all’obesità (promuovendo una maggiore educazione alimentare e sportiva, migliorando quindi l’accesso a stili di vita decisamente più sani) sono strategie fondamentali. La dieta bilanciata (povera di zuccheri semplici e grassi animali) e l’esercizio fisico regolare rappresentano le pietre miliari della terapia dell’obesità. In aggiunta ai provvedimenti che riguardano lo stile di vita, oggi disponiamo tuttavia di nuovi farmaci molto efficaci che consentono una riduzione del peso corporeo fino al 15-20% e che per questo stanno avendo ampia diffusione: il problema di questi farmaci è che dovrebbero essere impiegati per lunghi periodi, se non addirittura in modo cronico. Nei casi più resistenti, la chirurgia bariatrica, con interventi che mirano a limitare l’assorbimento dei nutrienti e l’introito alimentare, può rappresentare una soluzione definitiva del problema. Ribadisco tuttavia che la soluzione ottimale per ridurre l’impatto dell’obesità sulla salute rimane la prevenzione primaria attraverso la promozione di uno stile di vita sano sin dalla giovane età.
Anche i disturbi della tiroide colpiscono milioni di persone nel mondo, ma spesso vengono diagnosticati in ritardo o confusi con altre condizioni patologiche. Quali sono le principali problematiche che riscontra in questi casi?
I due principali disturbi della funzione tiroidea sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo. L’ipotiroidismo si verifica quando la tiroide produce una quantità insufficiente di ormoni. I sintomi includono affaticamento, aumento di peso, sonnolenza, pelle secca, capelli fragili e sensibilità al freddo, e nella donna irregolarità mestruali. La causa più comune è la tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune che attacca la ghiandola tiroidea. L’ipertiroidismo comporta invece una produzione eccessiva di ormoni tiroidei. I sintomi possono includere rapida perdita di peso, nervosismo, tachicardia, insonnia e sudorazione eccessiva. Anche i noduli tiroidei sono molto comuni e spesso benigni, ma in alcuni casi possono essere il segnale di un tumore. Sebbene il cancro alla tiroide sia generalmente meno aggressivo rispetto ad altri tumori, l’approccio in ambito altamente specialistico è fondamentale per garantire un trattamento efficace. Un semplice esame del sangue per controllare i livelli di TSH (ormone tireostimolante) può fornire indicazioni importanti sul funzionamento della tiroide, mentre per evidenziare la presenza di noduli e cercare di capirne la natura l’ecografia è sicuramente l’esame migliore ed anche più semplice. Ulteriori test, quali esami ematici mirati o strumentali quali la scintigrafia possono poi essere necessari in seconda battuta. Spesso i disturbi della tiroide vengono trascurati perché i sintomi possono essere confusi con lo stress o altre condizioni. È quindi fondamentale prestare attenzione ai segnali del corpo e, se ritenuto necessario dal medico, sottoporsi a controlli specifici. In caso di sintomi sospetti o di diagnosi di una malattia tiroidea, la scelta migliore consiste nel rivolgersi ad uno specialista, che saprà valutare l’iter migliore per gestire il problema da cui è affetto il paziente.