Il Prof. Salvatore Sansalone, Specialista in Urologia e Andrologia, Professore dell’Università di Tor Vergata, Consulente del Ministero della Salute e Urologo presso la Corte Costituzionale, in questa lunga intervista parla delle ultimissime frontiere nel trattamento dell’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB). Per la cura di questa patologia piuttosto diffusa è oggi disponibile una metodica mini-invasiva eseguibile in regime di day-hospital con una semplice sedazione o anestesia locale: Rezum

Tecnica in grado di ridurre il volume prostatico, consentendo la preservazione della funzionalità erettile ed eiaculatoria.

 

di Roberta Imbimbo

Prof. Sansalone, che cos’è l’ipertrofia prostatica benigna?

L’ipertrofia prostatica benigna è una condizione urologica comune che colpisce il 40% degli uomini intorno ai 50 anni di età e il 90% degli uomini sopra i 90 anni ed è caratterizzata da un progressivo aumento delle dimensioni della ghiandola prostatica. Nella maggior parte dei casi tale ingrossamento prostatico non tumorale può portare all’ostruzione del flusso urinario a livello dell’uscita dell’uretra dalla vescica, determinando i cosiddetti LUTS (sintomi del tratto urinario inferiore) che hanno un impatto negativo significativo sulla qualità della vita e sulla sfera sessuale del soggetto che ne è colpito, sebbene non vi sia una relazione di causalità tra IPB e disfunzione erettile. Tali sintomi comprendono i seguenti disturbi: getto debole dell’urina; sgocciolamento dell’urina post-minzionale; sensazione di mancato svuotamento della vescica; frequenza elevata delle minzioni di giorno e/o durante la notte, con conseguenti possibili disturbi del sonno; sensazione di fastidio al basso ventre; necessità di urinare con forte urgenza.

In che modo viene trattata oggi questa patologia?

Le strategie terapeutiche adottate per la gestione dell’ipertrofia prostatica sono diverse e dipendono sostanzialmente dall’entità della condizione e dalla sintomatologia associata. Se la malattia non provoca particolari disturbi al paziente, può essere semplicemente monitorata nel tempo; al contrario, in presenza di complicanze si rende obbligatorio il trattamento farmacologico o chirurgico. La farmacoterapia, sebbene sicuramente importante soprattutto nelle prime fasi, può talvolta non essere soddisfacente e portare a effetti avversi come ridotta funzionalità sessuale e astenia (sensazione di stanchezza e debolezza generale) ed eiaculazione retrograda. L’intervento chirurgico più conosciuto è la TURP (Resezione Transuretrale della Prostata). Tuttavia, pur essendo un’opzione terapeutica potenzialmente molto efficace, non è priva di limiti. Le possibili complicanze possono includere eiaculazione retrograda, disfunzione erettile, stenosi uretrale, infezione del tratto urinario e incontinenza urinaria. Inoltre, è un intervento che richiede l’anestesia generale o spinale ed un ricovero di alcuni giorni. Al fine di migliorare sempre più le possibilità di cura per il paziente ed eliminare le possibili complicanze delle tecniche tradizionali si sono sviluppate nuove procedure alternative, tra le quali spicca REZUM. Questa tecnica, eseguita in Italia solo da alcuni specialisti, rappresenta una totale innovazione per il settore.

La terapia con REZUM rappresenta quindi la nuova frontiera del trattamento mininvasivo dell’IPB, che può essere eseguito in regime di day hospital. In cosa consiste esattamente?

REZUM è una procedura che utilizza l’energia del vapore per eliminare la parte della prostata che provoca i sintomi dell’ingrossamento prostatico benigno. Il sistema REZUM è costituito da un generatore di radiofrequenze e da un dispositivo di erogazione che viene introdotto nel corpo del paziente tramite l’uretra. L’energia del generatore viene utilizzata per riscaldare una quantità di acqua che viene convertita in vapore. Quest’ultimo viene erogato nel tessuto prostatico da eliminare tramite un minuscolo ago. La procedura del tutto ambulatoriale, ha una durata di circa 3-8 minuti, a seconda delle dimensioni della prostata può prevedere da due a sette iniezioni, ciascuna della durata di nove secondi.

Quali vantaggi offre tale tecnica innovativa?

La tecnica REZUM presenta una serie di vantaggi duraturi e significativi per il paziente. Innanzitutto, è in grado di dare un sollievo sostanziale e prolungato dai sintomi LUTS. Inoltre, cosa molto importante per la popolazione maschile, tali miglioramenti si verificano senza influire negativamente sulla capacità di avere erezioni soddisfacenti e soprattutto nel mantenere l’eiaculato eventi che invece possono manifestarsi con la tecnica TURP. Si tratta inoltre di una tecnica mininvasiva ambulatoriale e che non necessita di un’anestesia generale o spinale, può essere eseguita semplicemente sedando il paziente e che consente una più rapida ripresa delle attività quotidiane e una dimissione dopo qualche ora. I dati in letteratura scientifica indicano del resto ottimi risultati clinici; peculiarità che la contraddistingue nettamente dagli altri trattamenti standard più invasivi.

Per maggiori info:

www.stenosiuretrale.it

www.salvatoresansalone.com