Governo, intesa lontana. Salvini: “Il premier? Né io né Di Maio”

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ROMA – Ennesimo rinvio. Il vertice della mattinata tra i due leader a Montecitorio non è servito. E quando ormai è sera Matteo Salvini stronca, ancora una volta, le aspirazioni del capo politico M5S. “Il premier? Né io né Di Maio. Faremo una sintesi”, dice parlando da Aosta. E Di Maio: “Il premier? Non sarà un problema”, glissa. Neppure il programma di governo d’altronde è ufficialmente chiuso. E non lo è perché la trattativa, quella vera, è ancora in alto mare e va ad oltranza. L’ipotesi più seguita, nelle ultime ore, è stata quella di un parlamentare Cinque Stelle come primo ministro. I papabili sono, secondo gli ultimi rumors, lo stesso Di MaioBonafedeFraccaroCrimiSpadafora e Carelli (nome, quest’ultimo, gradito alla Lega). Del tutto tramontata l’ipotesi staffetta tra il capo politico del Movimento e Matteo Salvini. Ma ci sono, ormai è evidente, resistenze nel Carroccio sul nome del leader 5Stelle. Già nel pomeriggio d’altra parte il capogruppo leghista Centinaio aveva lanciato un segnale: “Non escludo possa esserci un premier terzo”. Di qui il ritorno dell’ipotesi di un tecnico di area M5S.

Se alla fine i Cinquestelle dovessero comunque ottenere la premiership, a Salvini andrebbe la guida del ministero dell’Interno. Mentre per gli altri ministri “di peso” i nomi più probabili sono quello di Giampiero Massolo – presidente del cda di Fincantieri – agli Esteri e del grillino Bonafede alla Giustizia. Il leghista Giancarlo Giorgetti è in pole position per il ruolo di sottosegretario con delega ai Servizi mentre la Lega dovrebbe indicare i nomi per l’Agricoltura e il Turismo. Il ministero dell’Economia e quello delle Politiche Ue potrebbero essere affidate a tecnici.

Modifiche del programma
Novità anche sul fronte del programma: nonostante le richieste dei Cinque Stelle c’è un limite temporale previsto per l’erogazione del reddito di cittadinanza: sarà di due anni. Nella versione aggiornata dopo l’incontro tra i leader, spicca soprattutto il cambiamento sulla Tav. Salta lo stop ai lavori, c’è un più generico impegno a ridiscutere l’opera. È poi prevista la chiusura di tutti i campi rom, non solo quelli irregolari. E viene aggiunto un capitolo dedicato al sud (la mancanza di un punto ad hoc aveva suscitato polemiche. Sono confermate le due aliquote della flat tax del 15 e 20%, ma viene meno quella del 15 per le società; via l’obbligo di prediche in lingua italiana (vecchia battaglia della lega per ora al palo). Mentre nella misura a sostegno delle famiglie per i nidi gratis, viene meno l’elargizione per quelle “straniere residenti in Italia da almeno 5anni”. Il contratto, confermano dai 5Stelle, ora sarà votato su Rousseau. “Probabilmente già domani”, dice Di Maio.

Ritorno al Quirinale. “Se chiudiamo, chiudiamo lunedì” anche con il nome del premier “altrimenti avremmo fatto un grande lavoro di cui qualcuno ci sarà grato”. “Comunque vada lunedì la parola torna al presidente Mattarella”, dice in serata Salvini parlando ad Aosta. Sia Salvini che Di Maio nei prossimi giorni saranno impegnati sul territorio per iniziative elettorali e per l’appuntamento con i gazebo per illustrare il contratto di governo ai rispettivi iscritti e simpatizzanti: già oggi Salvini è andato in Valle d’Aosta e Di Maio a Monza.

Gentiloni: leader Ue preoccupati. Mentre si definiscono gli ultimi tasselli del puzzle giallo-verde, parole sempre più allarmate arrivano dal premier ancora in carica, Paolo Gentiloni. Tra i leader europei circolano “preoccupazioni che io personalmente sento” su “tre capitoli” del futuro governo italiano, ha detto parlando a Sofia, a margine del vertice Ue-Balcani. Preoccupano le “posizioni italiane sulle grandi scelte internazionali”, finora “sempre condivise”, anche da “Tsipras e Orban”. E poi gli effetti “delle politiche a debito” e un possibile cambiamento delle “politiche migratorie”.

Macron: “Vedo forze paradossali”. Tra i leader preoccupati sembra esserci il presidente francese Emmanuel Macron: “Quello che vedo ora sono forze eterogenee e paradossali che potrebbero allearsi su un progetto” di cui non si conoscono i dettagli, dice.

Il sì del Cremlino. Un endorsement arriva invece dal Cremlino. Una fonte sentita dall’Ansa definisce un “buon segno” la volontà di ritirare immediatamente le sanzioni Ue alla Russia inclusa, secondo le prime indiscrezioni, nel contratto di governo fra Lega e Movimento 5 Stelle. “Anche se l’Italia sarà chiamata a uno sforzo maggiore in sede europea se davvero vuole che le sanzioni vengano abolite”, è l’aggiunta.

fonte:http://www.repubblica.it/politica/2018/05/17/news/m5s-lega_nuovo_vertice_tra_di_maio_e_salvini-196604659/