Il Piano Transizione 5.0, in complementarità con il precedente Piano Transizione 4.0, si inserisce all’interno della più ampia strategia nazionale ed europea finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese. Non si parla più solo di digitalizzazione dei processi: oggi l’attenzione si sposta anche sulla sostenibilità ambientale e sull’integrazione dell’elemento umano nei sistemi produttivi. Il Piano, in coerenza con le misure a breve e medio termine previste dal pacchetto europeo REPowerEU, prevede una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro (di cui è stato prenotato per l’utilizzo poco meno di un miliardo, quindi la disponibilità è molto ampia) e punta a supportare le imprese nell’affrontare le cosiddette “transizioni gemelle”, quella digitale e quella green. Ne parliamo con l’ingegner Mauro Natalizia, consulente tecnico specializzato in trasformazione industriale e innovazione aziendale.
di Roberta Imbimbo
Ing. Natalizia, come definirebbe, in parole semplici, la Transizione 5.0?
La Transizione 5.0 è una nuova visione dell’innovazione industriale, che segna un’evoluzione profonda rispetto al modello precedente. È un approccio che integra digitalizzazione, sostenibilità ambientale e centralità del fattore umano in un unico processo trasformativo. La fabbrica 5.0, infatti, non è solo connessa, automatizzata e guidata dai dati, ma è anche consapevole e rispettosa dell’ambiente in cui opera e del benessere delle persone che la rendono viva. Il cuore della Transizione 5.0 è la “produzione aumentata”, non solo in termini di efficienza e competitività, ma anche di valore: valore ambientale, attraverso la riduzione degli sprechi e delle emissioni; valore umano, grazie alla valorizzazione delle competenze e alla sicurezza sul lavoro; e valore sociale, perché un’impresa sostenibile è anche un’impresa responsabile verso il territorio in cui opera.
In che cosa si differenzia dalla Transizione 4.0?
La Transizione 4.0 è stata fondamentale poiché ha posto le basi per digitalizzare alcuni settori merceologici. Tuttavia, era ancora centrata prevalentemente sull’efficienza tecnica, sulla connessione dei macchinari, sull’automazione dei processi. La Transizione 5.0 va oltre: amplia lo sguardo e lo orienta verso l’impatto complessivo dell’azienda. È un approccio sistemico che richiede di rivedere i modelli decisionali, la governance e le priorità strategiche aziendali. A livello operativo, questo si traduce in interventi concreti: monitoraggio dei consumi energetici in tempo reale, utilizzo di intelligenza artificiale per ottimizzare le risorse, progettazione di prodotti con ciclo di vita più lungo e impatto ambientale ridotto, ma anche formazione continua per i lavoratori e maggiore attenzione al benessere e alla sicurezza nelle linee produttive. Insomma, è una transizione che unisce tecnologia, ambiente e persone in un unico disegno evolutivo per ristrutturare i processi produttivi affinché siano più efficienti ed intelligenti.
In quest’ottica, come cambia il ruolo del consulente?
Diventa una figura ancora più centrale, direi quasi strategica. Il consulente oggi è un partner della trasformazione, un facilitatore, un alleato del cambiamento. Con la Transizione 5.0, alle imprese non basta più implementare una tecnologia: devono comprenderne l’impatto sistemico, valutarne la sostenibilità, inserirla in un piano industriale coerente con obiettivi energetici, ambientali e di sviluppo delle competenze. Tutto questo richiede un approccio integrato e multidisciplinare, che è esattamente ciò che il consulente può e deve offrire.
Qual è, dunque, il valore aggiunto di una consulenza ben strutturata?
Il valore aggiunto sta nella capacità di portare metodo (traducendo concetti complessi in soluzioni concrete calate nelle singole realtà imprenditoriali), concretezza e velocità decisionale. Il consulente tecnico deve essere il ponte tra innovazione, sostenibilità e competitività. Se ben scelto e integrato nei processi decisionali, può diventare il vero moltiplicatore di valore per l’impresa che vuole affrontare la Transizione 5.0 con successo.