Casa di Cura San Michele: un’eccellenza nel panorama sanitario nazionale

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Le nuove frontiere della chirurgia mini-invasiva…

Tecnologie di ultimissima generazione e prestazioni ad alta specialità e complessità assistenziale: sono questi i tratti distintivi della Casa di Cura San Michele, un’eccellenza nel panorama sanitario nazionale. Inoltre sessant’anni di vita, la struttura sanitaria di Maddaloni ha investito molto in innovazione tecnologica, diventando uno dei centri più virtuosi d’Italia, grazie alla modernità delle dotazioni diagnostiche e alle elevate competenze di uno staff medico di alto livello, impegnato in interventi sempre più mini-invasivi. Non a caso il presidente del CdA, il dr. Crescenzo Barletta, punta alla promozione e gestione di prestazioni sempre più ad alta complessità assistenziale, all’interno di specifiche realtà operative, facendo della centralità della persona i lvalore fondante della Clinica.

Dott. Barletta, negli ultimi anni la chirurgia mininvasiva è stata applicata con ottimi risultati clinici in tutte le branche mediche. Quali traguardi avete raggiunto in ambito cardiochirurgico?

La linea tracciata in questi ultimi anni è di praticare in maniera routinaria le tecniche miniinvasive, che attraverso piccoli tagli rispetto alla completa apertura dell’osso dello sterno, permettono di eseguire by-pass aortocoronarici, sostituzioni e riparazioni delle valvole cardiache, rimozione di tumori cardiaci, riparazione di difetti congeniti, aneurismi dell’aorta e trattamenti delle aritmie cardiache. Questo tipo di approccio consente di ridurre il traumatismo chirurgico consentendo una rapida ripresa postoperatoria, la riduzione del dolore e di alcune complicanze connesse all’intervento come le infezioni e la necessità di trasfusione, e di poter operare pazienti che prima erano condannati a morire senza trattamento. Il progetto è stato reso possibile dalla collaborazione di esperti tutor, tutti figure di spicco europeo della cardiochirurgia miniinvasiva.

Oltre le tecniche d’avanguardia anche le innovazioni tecnologiche sono alla base di così lusinghieri risultati?

I più avanzati standard di qualità si possono ottenere solo con un’organizzazione sanitaria efficiente ed in continua evoluzione coniugata ad investimenti in elevata tecnologia. Il 26 ottobre del 2015, alla presenza del Governatore De Luca, è stata inauguratala prima sala ibrida dell’Italia Meridionale con tecnologia Siemens. Si tratta di una sala operatoria multifunzionale, che permette di eseguire interventi cardiovascolari d’avanguardia ed interventi di chirurgia tradizionale e/o di chirurgia mininvasiva con metodiche di emodinamica all’interno dello stesso ambiente operatorio, garantendo al paziente la maggiore sicurezza possibile. Sempre nel 2015, per la prima volta nel Centro-Sud e per la seconda volta in Italia, è stata inaugurata un’altra rivoluzionaria apparecchiatura: “Rhythmia” della Boston Scientific. Si tratta di una strumentazione estremamente innovativa che ha aperto nuove strade al trattamento di aritmie complesse, consentendo il mappaggio cardiaco 3D con parametri di visualizzazione e definizione di immagini mai raggiunti prima. Recentemente grazie al sistema di mappaggio 3D Rhythmia, per la prima volta al Centro-Sud Italia, il nostro coordinatore del servizio di elettrofisiologia ed elettrostimolazione, dr. Antonio De Simone, ha eseguito con successo il trattamento della “Sindrome di Brugada”, malattia che altera il ritmo cardiaco, provocando palpitazionisincopearitmie ventricolari e, nei casi più gravi, arresto cardiaco. Questa nuova tecnica di ablazione (necrosi coagulativa mediante radiofrequenza) è praticata da pochi centri nel mondo.

Attività di alta complessità e tecniche miniinvasive sono presenti anche negli altri reparti. Quali sono i vantaggi per i pazienti?

I notevoli vantaggi clinici ed estetici sono legati principalmente al minor trauma chirurgico, ad un decorso post-operatorio più rapido e meno doloroso, ad una minore incidenza delle complicanze infettive, e in ultima analisi ad un più veloce reinserimento nella vita sociale e lavorativa del paziente. Mio figlio Virgilio, responsabile del reparto di Ortopedia e Traumatologia, è uno dei pochi, in Italia, a praticare la via d’accesso anteriore nella chirurgia protesica d’anca (Daa). Tale tecnica, ideatanel rispetto dell’integrità anatomica dei tessuti trattati, risulta decisamente meno traumatica per il paziente. Da anni i chirurghi della Clinica San Michele, coordinati dal dr. Lucio Delli Veneri, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale, utilizzano la chirurgia “dolce” per il trattamento di svariate patologie, come quelle che riguardano la colecisti e le vie biliari, l’acalasia, l’ernia iatale, la tiroide, il cancro dello stomaco e quello del colon.

Sempre nell’ottica di incrementare tecniche sempre meno invasive rispetto alle metodiche chirurgiche standard nella cura delle neoplasie, e non solo, nel 2017 abbiamo inaugurato una sala operatoria dedicata alla Radiologia Interventistica. Referente è il dr. Renato Regine che, grazie alla stretta collaborazione con i reparti del raggruppamento chirurgico, ha trattato con successo metastasi polmonari, epatiche e renali, embolizzato miomi uterini e altri tipi di neoplasie, senza tagli chirurgici e con approcci terapeutici sempre più personalizzati.

Per maggiori info (www.clinicasanmichele.com)