Nba, Belinelli: ”Qui il mio miglior basket, grazie a Philadelphia sono rinato”

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ROMA – “Qui a Philadelphia sono rinato, era da tempo che non mi sentivo così bene in una squadra, che non sentivo così tanta fiducia”. Quella che rischiava di passare alla storia come una stagione anonima, fatti di buoni numeri e basta, si è trasformata per Marco Belinelli in quella che forse per impatto è la sua migliore annata dallo sbarco, datato 11 anni fa, sul pianeta Nba. Tutto merito della scelta fatta due mesi fa, quando è uscito dal contratto con Atlanta per firmare con Philadelphia. Sarà solo un caso, ma la stagione dei Sixers ha spiccato il volo con l’arrivo della 32enne guardia di San Giovanni in Persiceto. Dal suo debutto, la partita con Miami giocata prima dell’All Star Game, Philadelphia ha vinto 23 gare su 28, è tornata dopo sei anni ai play off e alla postseason si presenta cavalcando una striscia di 16 successi consecutivi. Nella città dell’amore fraterno Belinelli viaggia a numeri importanti, 13,5 punti a partita, i migliori della sua carriera americana.

Un impatto così forte quale segreto nasconde?
“Probabilmente riuscire ad ambientarmi in squadre forti è una delle mie grandi qualità. Mi era già successo a Chicago, a San Antonio. Il resto lo ha fatto la grande voglia di Philadelphia di volermi in squadra, ero il pezzo mancante che cercavano. Philadelphia è stata la squadra che mi ha voluto di più, parlando con coach Brown e con alcuni giocatori ho capito che sarei arrivato nel posto giusto”.

Sta giocando come mai aveva fatto in Nba?
“Penso proprio di sì. Sono rinato, mi sento tranquillo, sereno, non mi capitava da anni. La squadra ha molta fiducia in me e io riesco a giocare la mia pallacanestro, cosa che magari in altre squadre non riuscivo a fare. Prendo i miei tiri, faccio le mie giocate, se sbaglio una cosa in difesa resto in campo. Probabilmente il vero segreto è questo, qui mi sento Marco Belinelli”.

Ai play off incrociate Miami.
“Sarà una serie tosta, non facile. Miami è una squadra che merita tanto rispetto, ha sempre giocato una pallacanestro di sostanza, intelligente. Ha un allenatore (Erik Spoelstra, ndr) che mi piace tantissimo. In stagione regolare ci ha battuto due volte, ha giocatori di grande esperienza. Penso a Goran Dragic ma anche a Wade, uno che per tanti è a fine carriera e che invece va rispettato perché sa come si vince”.

Philadelphia ha saputo conquistarsi tanto credito, per una leggenda come Charles Barkley siete da titolo.
“Siamo sulla bocca di tante persone perché arriviamo da 16 vittorie consecutive, che non sono poche perché poi le partite, anche se il calendario può venirti incontro, devi sempre vincerle. Dal punto di vista dell’esperienza non partiamo avvantaggiati, la squadra è giovane, sono in tanti a non aver mai giocato i play off. Dobbiamo restare concentrati fin da subito e pensare solo ad una partita alla volta”.

Ben Simmons è davvero così forte?
“Ho giocato con tanti campioni, penso a Chris Paul, a Tony Parker, ma uno così forte come Ben, alla sua età (22 anni a luglio) non lo avevo mai visto. E’ spaziale, unico, giocatori come lui se ne vedono veramente pochi. Ha un grandissimo talento offensivo, ama passare la palla e soprattutto è un giocatore che grazie alla sua altezza (208 cm) in campo riesce a vedere tutto, a cercare l’uomo libero, a fare la cosa giusta al momento giusto. La cosa che lo rende unico è la grandissima voglia di vincere, un fenomeno. Per come sta giocando merita il titolo di rookie dell’anno, io lo vedo futuro mvp della stagione e campione Nba”.

Ad Ovest sarà un duello Houston-Golden State?
“Intanto fatemi dire che in dieci anni non mi era mai capitato di arrivare all’ultima partita con la griglia play off ancora da definire. E’ stato davvero super. Houston si è meritata di essere la prima nella Western Conference perché gioca una pallacanestro alla D’Antoni, ma non bisogna dimenticare Golden State, San Antonio, Oklahoma. Ci sono tante squadre che possono andare lontano, anche Utah che non avrei messo tra le prime otto e invece ha fatto una stagione incredibile e potrebbe essere una sorpresa. Sono serie in cui è difficile dire che vincerà”.

“Belinelli non mi sorprende, è un giocatore intelligente, quello che serviva a Philadelphia”. Parole di Kobe Bryant.
“Quando uno come Bryant parla così di te non puoi che essere felice. Sono parole molte belle, che mi danno una grande carica per questi play off”.

Fonte http://www.repubblica.it/sport/basket/2018/04/13/news/belinelli_nba_philadelphia_play_off-193705079/