Biancaneve ha 80 anni, il cartoon in cui nessuno (tranne Disney) credeva

0
1785

“La mia più sincera gratitudine agli impiegati del mio studio la cui lealtà e collaborazione hanno reso possibile questa produzione”. Inizia con questo cartello Biancaneve e i sette nani, il film che Walt Disney caparbiamente rincorse per anni e che debuttava al vecchio teatro Carthay Circle a Los Angeles il 21 dicembre di esattamente 80 anni fa. Potrebbe sembrare una frase di rito, un ringraziamento formale ma se si va a scavare nella storia che c’è dietro al primo lungometraggio di animazione della storia del cinema americano si scopre che è tutt’altro che una formula di circostanza. “Il più grande film di animazione di tutti i tempi” secondo l’American Film Institute, “culturalmente, storicamente e esteticamente rilevante” per la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, il primo cartoon a vincere un Oscar o meglio un Onorary Academy Award (consegnato da Shirley Temple con tanto di sette piccole statuette), Biancaneve è prima di ogni altra cosa la storia di un grande successo americano, un’avventura artistica senza la quale nulla del colosso Disney sarabbe venuto. “Tutto per Walt Disney è iniziato con Biancaneve – dice lo storico del cinema Brin Sibley nel documentario pubblicato dieci anni fa in occasione dei 70 anni del film – tutto quello che è venuto dopo, i cartoon naturalmente, ma anche i film fantasy con gli attori, i parchi a tema, tutto dipende da Biancaneve“.

FOLLIA DISNEY. Tramite le testimonianze di molti degli animatori Disney si ricostruisce l’avventura straordinaria che fu quel progetto. Walt Disney lo annunciò nel 1934 ma ci vollero quattro anni per portarlo a termine; “tutti pensavano che fosse uscito di testa, nell’ambiente Biancaneve era nota come la follia di Disney” racconta Eric Goldberg (storico animatore a cui si deve il genio della lampada di Alladin e i tatuaggi di Maui di Oceania), “all’epoca nessuno credeva nel lungometraggio di animazione” ricorda l’assistente animatore Marc Davis, mentre il direttore artistico Ken Anderson riferisce: “Mi dicevano: Come si può pensare di riempire un’ora e mezza di cartoni animati?”. Nonostante lo scetticismo Walt Disney era certo della bontà dell’idea, diceva: “se la storia è bella avrà successo, non solo per le risate ma anche per il pathos e la tragedia”. La sua non era solo una sfida artistica, ma anche imprenditoriale; i corti (quelli di Mickey Mouse e Silly Simphonies) gli costavano sempre di più e gli fruttavano sempre di meno, il salto al lungometraggio non era soltanto un sogno di cineasta era soprattutto un sogno di produttore.

DAL MUTO DEL 1916 AL VIAGGIO IN EUROPA. Disney aveva amato fin da ragazzino la storia dei fratelli Grimm e aveva un ricordo vivo della visione di un film muto dedicato all’orfanella vittima delle angherie della matrigna che aveva visto quando, intorno ai quindici anni, era strillone a Kansas City e prima di andare a scuola ogni mattina alle 5 andava di casa in casa a consegnare il quotidiano. Per i ragazzi del Times fu organizzata una proiezione speciale di quel film del 1916 che Walt non dimenticò mai, la cui protagonista sarebbe diventata la sua prima eroina, la prima principessa di quella che – lui ancora non lo sapeva – sarebbe stata una lunghissima lista. Per Biancaneve l’asticella era alta: la ragazza doveva incarnare il modello di bellezza, gentilezza, generosità. Come racconta Valeria Arnaldi nel suo ‘In grazia e bellezza – L’evoluzione della donna secondo Disney’, “idee e ispirazioni erano diverse e diversi, di conseguenza erano i bozzetti. Per superare indecisione e stress, Walt Disney fu costretto perfino ad allontanarsi dalla sua Biancaneve, per riparare in Europa, un vero rifugio per la sua fantasia. Al ritorno dal viaggio le idee erano più chiare”. Una sera Disney chiamò a raccolta i suoi animatori e recitando tutte le parti, come faceva sempre, raccontò tutta la storia come ce l’aveva in mente, ora toccava solo trovare una ragazza che incarnasse questo ideale.

DUE DONNE PER BIANCANEVE: MARGE E ADRIANA. Per creare la sua Biancaneve Walt Disney dovette ricorrere a ben due modelli femminili in carne e ossa, utilizzando la tecnica del “live action footage” i suoi animatori avrebbero disegnato e animato il film partendo dal corpo e dalle movenze reali di una fanciulla. La scelta cadde su Marge Belcher Champion, una ballerina quindicenne figlia del coreografo Ernest Belcher, nella cui scuola di danza la ragazza insegnava già da due anni. Sulla sua improvvisazione, bellissima nell’abito di paillettes, nacque il ballo di Biancaneve che si materializzò dalla sala da ballo alle matite dei disegnatori e ora che Biancaneve aveva un volto e un corpo occorreva trovare una voce. Vennero provinate circa 150 ragazze con abilità canore ma Disney non era soddisfatto e un suo assistente contattò Guido Caselotti, maestro di canto, per trovare una bella voce. Si racconta, ma qui la storia si confonde con il mito, che mentre Caselotti era al telefono, sua figlia, la ventenne Adriana, ascoltò la conversazione da un altro apparecchio e, cogliendo l”opportunità, cominciò a cantare. Quando Walt Disney sentì la sua voce la ingaggiò immediatamente, la ragazza dovette firmare un contratto che, in cambio di 970 dollari, doveva impegnarsi a non cantare in pubblico fino all’uscita del film.

300 ANIMATORI E UN BANCHIERE. Disney fu uno dei pochi imprenditori che, in piena crisi economica, assunse persone. Nel 1928 (ai tempi di Steamboat Willie) la casa di produzione vantava dieci animatori, ma quando iniziò la produzione del film venne pubblicato un annuncio che “il creatore di Mickey Mouse e Silly Simphonies cercava 300 animatori”. I racconti dei collaboratori di Disney descrivono un’atmosfera di grande entusiasmo, spirito collaborativo e creatività ma non nascondono che tutti erano convinti che sarebbero andati verso il fallimento. Ad un certo punto i fondi finirono, Roy Disney disse al fratello: “è arrivato il momento di mostrare il film ai banchieri”. Un banchiere della Bank of America venne invitato agli studios e gli fu mostrato il film, non c’era colonna sonora quindi – ancora una volta – Disney fece tutte le voci e alla fine della proiezione accompagnò il banchiere alla macchina che lo aspettava. Quello in silenzio camminò fino alla vettura e prima di salire sentenziò: “Comunque quella cosa vi farà fare un sacco di soldi”. E nuovi fondi arrivarono.

PRIMA DELLA PRIMA. Ciò nonostante fu una corsa contro il tempo: il film fu terminato due settimane prima della prima. Non era rimasto più un dollaro per la promozione e la pubblicità: realizzarono dei manifesti di mezzo metro e gli animatori andarono personalmente ad attaccarli ai pali del telefono. “La première fu molto emozionante” ricordava sempre in quel documentario l’animatore Ward Kimball. Vi parteciparono un numero di star incredibili, sul tappeto rosso del Carthay Circle passarono Shirley Temple, Carole Lombard e Clark Gable; nel momento in cui Biancaneve giace nella bara di cristallo tutti si misero a piangere, alla fine ci fu un’accoglienza splendida: tutti erano in piedi ad applaudire. “La parte della serata che ricordo meglio fu la fine – disse l’animatore Ken Anderson – tirammo il fiato quando capimmo che era andata bene”. Altro che bene incassò 8 milioni di dollari in tutto il mondo, il successo del film convinse la MGM a lanciare, più di un anno dopo, Il Mago di Oz come film per le famiglie.

DOPO 80 ANNI BIANCANEVE TORNA IN CARNE E OSSA. 80 anni dopo Biancaneve è stata riraccontata tantissime volte in moltissime chiavi diverse. Il progetto per una nuova Snow White in carne e ossa è stato annunciato dalla casa madre e quindi sarà solo questione di tempo, dopo la Cenerentola di Kenneth Branagh, la Belle di Bill Condon, la Mulan di Niki Caro, arriverà anche una nuova Biancaneve. Sarà forse la sfida più grande: restituire alcuni valori immutati rendendoli contemporanei ci sta lavorando, ormai da un po’ visto che l’annuncio è del 2016, la sceneggiatrice Erin Cressida Wilson. Nel suo curriculum ha film ad alto contenuto di femminilità e mistero come Secretary, Chloe – Tra seduzione e inganno  e La ragazza del treno, sarà interessante vedere come se la caverà con un mito come questo.

Fonte: http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2017/12/20/news/biancaneve_ha_80_anni_-184581652/