Sulla scia di quanto annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2022, la Commissione Europea ha proclamato il 2023 Anno europeo delle competenze, rilanciando con forza la necessità di porre al centro della trasformazione digitale in atto il ruolo delle competenze di tutta la popolazione europea. Solo rafforzando le opportunità di apprendimento e agevolando il riconoscimento delle qualifiche con un adeguato sistema di certificazione, l’Europa potrà conseguire la sovranità digitale in un mondo sempre più interconnesso, nel quale sarà anche decisivo il ruolo assunto dai cittadini nel diventare protagonisti attivi di un futuro sempre più digitale, sostenibile ed equo. “La sfida ad adottare importanti processi di innovazione digitale a difesa dell’inclusione di tutta la popolazione italiana nei processi di reskilling e upskilling legati all’evoluzione del mercato del lavoro europeo ci spinge a ricercare soluzioni tecnologiche sempre più avanzate e performanti frutto di partnership con aziende leader nei propri settori specifici” afferma in questa lunga intervista Anthony Vitali, Segretario Generale di FIRAS-SPP, confederata UGL, e Presidente di EBAFoS, ente bilaterale ed organismo paritetico nazionale.
di Roberta Imbimbo
Dott. Vitali, cosa si prefigge il programma strategico per il decennio digitale?
Il progetto europeo si prefigge di evolvere il livello operativo della società, imperniato su conoscenze e strumenti di tipo digitale (maggiori e migliori competenze aprono infatti nuove opportunità e consentono alle persone di partecipare pienamente al mercato del lavoro, di sfruttare e beneficiare delle possibilità offerte dalle transizioni verde e digitale). L’Europa mira quindi a dare maggior forza alle imprese e ai cittadini in un futuro sempre più digitale, sostenibile e prospero attraverso l’acquisizione di competenze digitali che stanno acquistando un ruolo sempre più importante nel nuovo scenario globale (il programma strategico per il decennio digitale, che fissa traguardi e obiettivi concreti per il 2030, stabilisce che ogni cittadino europeo dovrà essere in grado di utilizzare in modo competente e positivo le tecnologie digitali in evoluzione, anche a tutela dei diritti umani e della dignità). Ciò che l’Europa ci richiede è quindi l’acquisizione di competenze di cittadinanza europea digitale, che tagliano trasversalmente il mercato del lavoro e che riguardano tutte le persone che vivono e lavorano nell’Unione Europea.
Cosa significa dunque essere cittadini digitali e perché è importante restare al passo con la trasformazione imposta dal decennio digitale europeo?
Il modello europeo per il decennio digitale e la “Bussola per il digitale 2023” hanno tra i propri obiettivi proprio il rafforzamento delle competenze digitali dei cittadini europei. Ed ancora “l’Agenda Europea per le Competenze” si prefigge l’obiettivo di avere entro il 2025 almeno il 70% della popolazione europea dotata di competenze digitali di base. A tal proposito il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea, ha elaborato il framework DigComp 2.1., documento guida finalizzato a dettagliare meglio le competenze digitali. Nello specifico vengono elencate 21 competenze squisitamente digitali, raccolte in 5 aree di competenza, che i cittadini europei dovranno possedere, almeno ad un livello di padronanza base certificato, entro il 2025. Nessun cittadino europeo, quindi, può permettersi di restare indietro rispetto alle trasformazioni digitali in corso. L’orizzonte comune è quello di mettere ogni persona in grado di essere protagonista attivo della doppia transizione ecologica e digitale, superando le attuali resilienze al cambiamento digitale. Essere dotati di queste competenze è pertanto il prerequisito per una piena cittadinanza attiva e una piena partecipazione al mercato del lavoro attuale. Da qui, la grande responsabilità degli enti di formazione che devono a loro volta adeguarsi ed innovarsi (anche utilizzando piattaforme digitali innovative per l’erogazione della formazione, nuovi canali di condivisione delle competenze, come gli Open Badge, nonché nuove forme di cristallizzazione delle stesse attraverso l’utilizzo della Blockchain), al fine di essere lo strumento trainante dell’evoluzione sociale ed economica in atto.
Qual è la situazione in Italia in merito al sistema di certificazione delle competenze?
Recentemente, il Ministero del Lavoro ha elaborato l’Atlante del lavoro e delle qualificazioni dell’INAPP, un quadro molto utile per mappare e tradurre le singole professionalità in “competenze” in modo che le qualifiche professionali siano reciprocamente riconosciute tra tutti gli Stati Membri.
L’UE, nel promuovere il valore della persona sulla scena mondiale, valorizza appunto lo strumento della certificazione delle competenze. E così, oltre alla possibilità per il cittadino europeo di veder riconosciute le proprie hard skills e soft skills, la dimensione più importante di questo progetto innovativo sta proprio nella possibilità per i professionisti di poter lavorare in qualsiasi Stato Membro dell’Unione Europea grazie ad una qualifica reciprocamente riconosciuta e certificata.Il bagaglio delle esperienze professionali (ad eccezione quindi di quelle riconosciute e di quelle digitali) dell’individuo, qualunque sia il contesto in cui ha acquisito gli apprendimenti, viene quindi tradotto in “competenze”.
Qual’ è il ruolo di EBAFoS in questo contesto operativo? Ci può parlare anche della preziosa partnership con Piazza Copernico?
Le competenze digitali delle persone sono in continua evoluzione, e conseguentemente il modo di apprendere deve cambiare allo stesso ritmo. E così le organizzazioni sindacali sono oggi chiamate a ricoprire un ruolo di grande responsabilità a tutela della forza lavoro in materia di acquisizione e certificazione di competenze, attraverso la ristrutturazione delle filiere della formazione professionale continua (sia essa in presenza, e-learning o a distanza). Da anni ormai EBAFoS si muove in questa direzione, attraverso la progettazione e lo sviluppo di piattaforme digitali, che garantiscono non solo la referenziazione e la validità dell’offerta formativa, ma anche un nuovo modo di gestire digitalmente la propria identità professionale. A tal fine, risulta fondamentale la partnership con Piazza Copernico, azienda leader nel settore della formazione e-learning, senza la quale la realizzazione dei nostri obiettivi digitali, in termini di contenuti e strumenti (ovvero la possibilità di fare formazione e-learning con referenziazione delle competenze all’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni – INAPP, tracciato digitalmente) non sarebbe stato possibile, e senza la quale non sarebbe stato possibile mantenere gli alti standard di qualità che EBAFoS da sempre si prefigge. EBAFoS e Piazza Copernico sono quindi uniti di fronte alle nuove opportunità del mercato globale (nostro obiettivo è arrivare ad una certificazione digitale delle competenze in Blockchain), adottando modelli tecnologici di business altamente all’avanguardia e attività formative strategiche nell’era digitale.
Per maggiori info (https://www.piazzacopernico.it)