Il Glaucoma, che secondo recenti studi scientifici colpisce oltre 55 milioni di persone al mondo ed è una delle principali cause di disabilità visiva, è una malattia cronica e degenerativa dell’occhio che danneggia gradualmente, in modo lento e grave, il nervo ottico provocando pericolose alterazioni della percezione del campo visivo. AD illustrarci le ultimissime frontiere nel trattamento di questa patologia degenerativa è il Prof. Stefano Miglior, Presidente dell’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma (AISG).
di Roberta Imbimbo
Prof. Miglior, che cos’è il Glaucoma Cronico?
Il Glaucoma Cronico è una malattia degenerativa del nervo ottico, a decorso lento e progressivo, generalmente associata ad un aumento della pressione dell’occhio. Se non trattata tempestivamente ed efficacemente, la progressiva degenerazione del nervo ottico causa un’inesorabile ed irreversibile diminuzione dell’estensione del campo visivo, cui consegue, nei casi più gravi e trascurati, una cecità più o meno totale.
Con quali sintomi si manifesta?
Il Glaucoma Cronico è una malattia che purtroppo evolve senza sintomi. Solo negli stadi avanzati, quando il campo visivo è fortemente ridotto, il paziente percepisce di avere disturbi alla vista. La diagnosi precoce riveste quindi un’importanza fondamentale poiché consente di individuare la malattia per tempo, quando le lesioni del nervo ottico sono ancora minime ed il campo visivo e la vista non sono stati del tutto compromessi, e quindi quando è ancora possibile gestirla in modo adeguato ed efficace, evitando la progressiva insorgenza della sintomatologia. E’ consigliabile eseguire visite oculistiche di controllo con cadenze periodiche (almeno una volta all’anno dopo i 40 anni e per i pazienti con familiarità).
Come viene curato oggi il Glaucoma Cronico?
Una diagnosi di Glaucoma Cronico non può prescindere dall’iniziare un trattamento finalizzato a ridurre i livelli della pressione intraoculare. Oggi, grazie ad appositi presidi farmacologici, è possibile trattare in maniera efficace un gran numero di pazienti. Quando però la terapia medica locale non risulta più efficace nel ridurre la pressione intraoculare e/o nell’arrestare la progressione della malattia, è possibile ricorrere a procedure laser, spesso efficaci ma non definitive. Negli occhi che non rispondono adeguatamente né alla terapia medica locale né a quella laser, o in presenza di un inarrestabile peggioramento del campo visivo, si ricorre necessariamente ad un intervento chirurgico allo scopo di creare una drastica riduzione della pressione intraoculare. Oggi esistono diverse tecniche chirurgiche, più o meno invasive ma tutte altamente promettenti e sicure, il cui obiettivo è quello di arrestare la progressione della malattia, creando una via ulteriore al deflusso dell’umor acqueo.
Lei è Presidente dell’Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma: quali sono gli scopi della società?
Nata nel lontano 1984, l’AISG si pone l’obiettivo di divulgare le conoscenze scientifiche sul Glaucoma (studiandone ovviamente le cause), di stimolare la ricerca scientifica e clinica in Italia, di scoprire nuove rivoluzionarie terapie, di affinare le tecniche chirurgiche per renderle sempre più mininvasive e sicure, ma soprattutto di migliorare la qualità di vita delle persone affette da questa patologia altamente invalidante.