Studio Legale Falorio, l’eccellenza al servizio dei lavoratori

0
2194

L’epoca del “posto fisso” – quello che ti accompagna fino alla pensione e ti garantisce reddito stabile e sicurezza – è da tempo tramontata. E così oggi, in un mercato del lavoro dinamico ed in continua evoluzione, se da un lato le aziende richiedono sempre di più personale “flessibile”, adattabile cioè alle diverse esigenze produttive, dall’altro i lavoratori sono costantemente alla ricerca di nuove e più appaganti opportunità lavorative, sia in termini di retribuzione che di confort nell’ambiente di lavoro. Non è un caso che negli ultimi anni si sia registrato un sensibile incremento dei casi di dimissioni volontarie. Ma il lavoratore che sceglie di intraprendere questa strada ha sempre diritto alla indennità di disoccupazione? Lo abbiamo chiesto ad un noto avvocato di Roma, Alessandro Falorio, che da anni si dedica con passione e professionalità a tutte le problematiche relative al mondo del lavoro (licenziamento, demansionamento e mobbing).

Avv. Falorio, quando si ha diritto a percepire la disoccupazione?

L’indennità di disoccupazione è un diritto riconosciuto nelle sole ipotesi di perdita involontaria del posto di lavoro. In caso di dimissioni, quindi, tale diritto sussiste solo laddove queste siano dettate da giusta causa.

Quando si ravvisa la giusta causa?

Da un lato, le norme vigenti in materia stabiliscono tassativamente i casi in cui sussiste la giusta causa – mancata retribuzione, mancato versamento dei contributi Inps e Inail, mobbing, molestie sul posto di lavoro, trasferimento di sede immotivato, demansionamento, esistenza di comportamenti illeciti da parte del datore di lavoro. Dall’altro, però, queste stesse ipotesi vanno commisurate con taluni principi enunciati anche dalla Giurisprudenza di legittimità ed ormai entrati a pieno titolo nel nostro ordinamento.  In particolare, ad esempio, in caso di mancato pagamento di un solo mese di retribuzione il lavoratore non potrà invocare, in caso di dimissioni, la giusta causa. Come di converso, sei mesi senza percepire stipendio non integrano giusta causa di dimissioni, poiché tale lasso di tempo viene considerato ormai pacificamente come implicita accettazione dei fatti da parte del lavoratore. Vista la complessità della normativa, è quindi importante che ciascun lavoratore, in via preventiva, abbia una chiara conoscenza dei profili critici evidenziati, per non rischiare di non percepire un’indennità che è un utile “paracadute” nel periodo di ricerca di un nuovo impiego.

di Roberta Imbimbo

Per maggiori info: www.studiolegalefalorio.it

e-mail: info@studiolegalefalorio.it