Le nuove frontiere della chirurgia al Sant’Andrea

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Il dottor Perugia, dell’azienda ospedaliera romana, spiega come cambia la cura dell’alluce valgo, patologia molto diffusa

In Italia una persona su cinque soffre di alluce valgo, una patologia sempre più diffusa soprattutto nella popolazione femminile. Ad illustrarci le ultimissime frontiere nel trattamento di tale patologia è il dott. Prof Dario Perugia, Responsabile UO Chirurgia del Piede presso l ‘Azienda Universitaria/Ospedaliera Sant’Andrea di Roma.

Come si cura questa patologia che in alcuni casi può essere davvero invalidante?

Nelle fasi iniziali l’approccio conservativo può rivelarsi sufficiente ad attenuare la sintomatologia dolorosa e a rallentarne il decorso. Quando la sintomatologia diventa fortemente invalidante, è necessario intervenire chirurgicamente. Oggigiorno esistono oltre 100 tecniche interventistiche: la scelta della metodica più appropriata è rimessa allo specialista che, dopo aver effettuato un’accurata valutazione clinica e radiografica, utilizzerà quella che riterrà più opportuna per ogni singolo paziente. In altri termini, “non deve essere il piede ad adattarsi alle capacità del chirurgo, ma il chirurgo ad adattarsi al grado di deformità dell’alluce”.

La chirurgia mini-invasiva percutanea è quella che oggi offre maggiori vantaggi. Perché?

L’intervento viene eseguito in regime di day surgery, in anestesia locale e con tempi chirurgici sensibilmente ridotti rispetto alla chirurgia a cielo aperto. La correzione della deformità avviene mediante osteotomie praticate senza incisioni chirurgiche, attraverso piccoli forellini cutanei di pochi millimetri. Ciò riduce sensibilmente il dolore post-operatorio e consente un più rapido ritorno alle attività quotidiane del paziente.

 

Per maggiori info (dario.perugia@gmail.com)

di Roberta Imbimbo