Lo scopo della chirurgia protesica del ginocchio è rimuovere il dolore e ripristinare la funzionalità dell’articolazione compromessa rivestendo con la protesi l’articolazione danneggiata. Sebbene la sostituzione totale del ginocchio rappresenti una soluzione efficace per i pazienti affetti da artrosi diffusa o alterazioni osteocondrali diffuse, oggi esistono alternative chirurgiche che, in alcuni casi specifici, possono essere decisamente più appropriate e meno invasive. In particolare, i pazienti con artrosi e alterazioni osteocondrali confinate a una sola sezione del ginocchio potrebbero essere candidati per una protesi monocompartimentale del ginocchio. “Questa opzione chirurgica consente di trattare solo il compartimento danneggiato, preservando il resto dell’articolazione, mantenendo tutti i legamenti e offrendo un recupero post-operatorio più rapido e meno invasivo. Inoltre con la Chirurgia Robotica si possono eseguire protesi totali o monocompartimentali con la massima precisione e in mini-invasiva” asserisce il Dott. Paolo Barbadoro, Medico Chirurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia che, in questa lunga intervista, parla delle innovazioni nella chirurgia protesica del ginocchio.
di Roberta Imbimbo
Dott. Barbadoro, cos’è una protesi monocompartimentale?
In un mondo dove la chirurgia ortopedica continua ad evolversi, la protesi monocompartimentale del ginocchio rappresenta senza ombra di dubbio una delle innovazioni più promettenti. A differenza delle tradizionali protesi totali, che comportano la sostituzione completa dell’articolazione del ginocchio, la protesi monocompartimentale si concentra infatti esclusivamente sul compartimento del ginocchio interessato dalla patologia, mantenendo intatti gli altri due compartimenti sani. Si tratta, quindi, di una chirurgia mininvasiva, indicata sia per pazienti giovani sportivi che per pazienti più’ avanti con l’età, che hanno un’artrosi localizzata in una sola sezione dell’articolazione. Durante l’intervento, che dura mediamente 30-40 minuti, si sostituisce la cartilagine danneggiata nel compartimento colpito, utilizzando materiali biocompatibili e anallergici di ultima generazione, come l’Oxyinum e il Titanio. Questi materiali avanzati permettono di ripristinare la forma originale dell’articolazione, garantendo una funzionalità ottimale e preservando cartilagini, ossa e legamenti sani.
Quali vantaggi offre la protesi monocompartimentale rispetto a quella totale?
Uno dei principali benefici delle protesi monocompartimentali è che il chirurgo tratta esclusivamente la parte danneggiata dell’articolazione, mantenendo tutti i legamenti. Nella protesi totale si sacrifica sempre il legamento crociato anteriore e talvolta il posteriore, mentre nella monocompartimentale vengono mantenuti intatti questi legamenti, migliorando la stabilità e il movimento naturale dell’articolazione.
La minore invasività comporta meno dolore, una ripresa più rapida e una minore perdita di sangue, non vi è mai necessità di trasfusioni e si riducono le complicazioni post-operatorie. Anche i tempi di recupero sono significativamente più veloci, permettendo ai pazienti di tornare velocemente alle normali attività quotidiane. Un altro vantaggio innegabile è che la revisione dell’impianto (la durata media degli impianti è di 15-20 anni) è meno complessa e meno rischiosa rispetto alla sostituzione della protesi totale.
Un altro grande passo in avanti nella chirurgia protesica è dato dall’utilizzo della stampa 3D per realizzare impianti personalizzati. Ce ne può parlare?
Le innovazioni tecnologiche nell’ambito della chirurgia protesica stanno cercando di offrire approcci sempre più personalizzati per ottimizzare il recupero e la funzionalità del ginocchio. Grazie alla stampa 3D, ad esempio, è possibile realizzare protesi personalizzate che si adattano perfettamente all’anatomia del paziente e che colmano l’usura cartilaginea. Con questa tecnologia, l’impianto viene creato tenendo conto delle dimensioni anatomiche del paziente eseguendo guide di taglio e impianti su misura e sarà in futuro possibile mantenere i legamenti crociati anche nelle protesi totali.
In parallelo, la chirurgia robotica sta giocando un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione degli interventi protesici.
Assolutamente sì! La chirurgia robotica consente una precisione millimetrica nella pianificazione e nell’esecuzione dell’intervento. I robot ortopedici sono infatti equipaggiati con strumenti estremamente all’avanguardia, si basano su una pianificazione Tac con ricostruzione 3D che permette ai chirurghi di eseguire tagli più accurati e di posizionare la protesi del ginocchio totale o monocompartimentale e protesi dell’anca con una precisione al grado e al millimetro, riducendo così il margine di errore umano. Nel ginocchio vengono valutati gli spazi in estensione e in flessione con un bilanciamento legamentoso ottimale per il paziente. Non a caso, questo tipo di chirurgia ha letteralmente trasformato il modo in cui vengono eseguiti gli interventi ortopedici, con un impatto positivo sia sul processo chirurgico che sull’esperienza del paziente. Maggiore precisione, tempi di recupero più brevi (generalmente consente un recupero della flessione superiore ai 90 gradi già nella prima settimana) e minor rischio di complicazioni sono solo alcuni dei numerosi vantaggi che questa tecnologia offre, rendendola una scelta sempre più popolare nella chirurgia protesica del ginocchio. Con i continui progressi nella medicina e nella tecnologia, i risultati ottenuti con queste tecniche avanzate sono sempre più promettenti, migliorando la qualità della vita e la funzionalità a lungo termine dei pazienti.
Per maggiori info (https://www.paolobarbadoro.it)