Specializzatosi in Ginecologia ed Ostetricia a Bari, sua città natale, successivamente si è trasferito a Londra dapprima presso L’University College Hospital (UCH) e successivamente presso l’ARGC Fertility, arrivando a maturare un’esperienza di oltre 20 mila cicli di fecondazione assistita. Oggi il dott. Massimo Ranieri dirige l’Unità di PMA di Progenia CMRL di Brindisi, Centro di eccellenza per il trattamento della sterilità di coppia.

di Roberta Imbimbo

Dott. Ranieri ci racconti brevemente la sua esperienza professionale?

Nato a Bari, dopo essermi laureato in Medicina, nel 1986 ho conseguito la specializzazione in Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi Aldo Moro. Dopo aver esercitato per diversi anni la professione presso il Policlinico della città, desideroso di accrescere il mio background professionale, nel 1992 mi sono trasferito a Londra dove ho lavorato dapprima presso l’Unità di Fecondazione Assistita del’University College Hospital di Londra in qualità di Vicedirettore e negli ultimi 11 anni presso all’ARGC di Londra sempre come Vicedirettore.

Questo è un Centro di eccellenza divenuto, negli oltre 20 anni di attività, un importante punto di riferimento per la PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) a livello mondiale. Rientrato nuovamente in Italia, da gennaio di quest’anno dirigo l’Unità di ProgeniaCMRL di Brindisi, una realtà altamente specializzata in PMA dove, grazie a tecnologie di ultimissima generazione e all’esperienza maturata da un team di professionisti altamente qualificati, moltissime donne riescono a coronare il loro sogno di maternità, in modo del tutto sereno e spensierato.

Lei come si approccia ai pazienti che hanno problemi di infertilità?

Supportando la coppia in ogni fase del percorso diagnostico terapeutico e psicologico, che spesso può lasciare un segno indelebile e richiedere un gran dispendio di energie. Nello specifico, rivolgo una particolare attenzione alla personalizzazione della cura attraverso un protocollo molto rigoroso che prevede dosaggi ormonali quotidiani ed ecografie a giorni alterni. Ciò consente una crescita follicolare in un ambiente idoneo ed una migliore qualità ovocitaria che si riflette sulla qualità degli embrioni. Altro aspetto per me molto importante è quello dell’impianto embrionale. Circa il 40% di embrioni pur essendo geneticamente normali non si impiantano. In questi casi il fallimento può essere causato da uno sbilanciamento della reazione immunitaria causando un rigetto dell’embrione. Ciò comporta il fallimento di numerosi cicli di fecondazione e può comportare un aumento dei rischi di aborto nelle prime 12 settimane. Nel nostro Centro è possibile eseguire indagini preliminari per la valutazione della risposta immunitaria materna. Nel caso di squilibrio immunitario, è di aiuto l’utilizzo di terapie atte a modulare la risposta immunitaria favorendo in tal modo l’impianto degli embrioni e il normale decorso della gravidanza. Pertanto il controllo della qualità degli embrioni unito alla modulazione dell’impianto permette di ottenere percentuali di gravidanza significativamente più alte.

Per maggiori info (www.progeniacmrl.it)