«Io sono già morto». Il gusto del paradosso e della provocazione. Antonio Ricci, guru e vate di Striscia la notizia (del resto Ficarra si siede «alla destra del Padre»), è al solito tanto torrenziale quanto non banale. Soprattutto appuntito. Si liscia le zanne e addenta Baglioni: «Non lo reggo da sempre, da quando ero ragazzo. Sono cresciuto nel ‘68, gli anni della protesta, gli anni di Tenco e Paoli, di Guccini e De André… poi arriva questa melensa creatura dalla maglietta fina che canta passerotto non andare via. Baglioni era il cantante preferito dei fascisti, dei La Russa e Gasparri. Non lo sopporto. In uno spettacolo dissi anche che gli avrei tirato una molotov. Ora se gli dai fuoco si sparge odore acre di plastica che semina diossina in tutto il Paese». Quando pensi che gli stia facendo un complimento, arriva il colpo che lo stende: «Di fondo non penso sia uno disonesto… del resto non è capace: il botulino gli intoppa i ragionamenti nel cervello». Sanremo una volta era un’altra cosa: «Purtroppo il Festival ha perso l’aria torbida che aveva un tempo, è diventato uno spettacolo televisivo. Vent’anni fa quando inquadravano le prime file c’erano solo esponenti della criminalità organizzata, percepivi l’idea precisa di cosa poteva essere il carcere di San Vittore».
Veline e tapiri, da Grillo a Greggio: così Antonio Ricci è diventato l’uomo simbolo della tv che irride il potere
«Sono bravissimo a rompere le scatole»
Su quale sia il suo punto di forza è sicuro. E basta guardare Striscia per capirlo: «Rompere le scatole è la cosa che so fare meglio, appena vedo la preda mi lecco i baffi da lontano. Non mi fermo nemmeno davanti agli amici. Anzi c’è più gusto, perché ti fa più male chi ti conosce bene». Prosegue con il gusto e la capacità di stupire, serio ma sornione: «Io sono fiero di essere orrendo e malvagio. Poi vedo Insinna e allora mi sento un figo». Ora tocca all’ex conduttore di Affari tuoi, bersagliato l’anno scorso per i suoi fuori onda pieni di collera: «Se volete passare i dieci minuti peggiori della vostra vita guardate il monologo che ha fatto da Bianca Berlinguer. Oppure il programma di Veltroni che lui condusse: una fucilata. Lo abbiamo attaccato per la sua deriva di onnipotenza, ma lo abbiamo fatto a fin di bene: per salvare Bianca Berlinguer e il Pd».
«Beppe Grillo ama il casino»
Tocca alla politica. Con Beppe Grillo sono amici dai tempi in cui non erano famosi. Ora l’ex (?) guru dei 5 Stelle è defilato: «Sono anni che sento dire che Beppe deve mollare, ma in realtà a lui quella situazione piace: quando vedo che lo spintonano nel mucchio, nel casino, nella ressa, capisco che sta godendo come un matto. Lui è un blob che assorbe energia da tutti. È uno che va alla ricerca dell’ascella perduta, non come Benigni che sta rintanato nella sua teca». Amico, ma non per le idee politiche: «Sono contrario ai partiti carismatici, quelli con un uomo solo al comando. Fossi all’estero avrei votato Razzi ma purtroppo non c’è». La politica non fa per Ricci: «Mi hanno chiesto molte volte di candidarmi, sempre in area Pd, ma non mi interessa fare il ragazzo immagine. Feci lo scrutatore per il Psiup, la sigla era premonitrice: Partito Scomparso In Un Pomeriggio».
Il ritorno di Ficarra e Picone
Dopo il tandem Hunziker-Scotti, lunedì a Striscia la notizia arriva la nuova vecchia coppia Ficarra e Picone («siamo alla 14ª edizione, tutte fatturate eh»). I due alternano tv, cinema e teatro: «Ci piace cambiare, fare sempre esperienze diverse. Abbiamo fatto Aristofane a teatro ed erano tutti contenti. Anche Aristofane pare».
Fonte http://www.corriere.it/spettacoli/festival-sanremo/notizie/antonio-ricci-sono-orrendo-malvagio-baglioni-non-reggo-piaceva-fasci-avrei-fuoco-8b5a088a-0769-11e8-8886-af603f13b52a.shtml