Tanti progetti di ricerca in cantiere per contribuire a raggiungere i target di carbon neutrality, una newco all’avanguardia nel settore dell’efficienza energetica in partnership con Q8, importanti progetti in nuovi mercati come agroalimentare e aerospazio e, ora, un’ennesima sfida: il lancio di una startup dedicata alla creazione di soluzioni software altamente innovative le Comunità Energetiche. L’ad Vito Grassi ci racconta la “ricetta” per rendere un’impresa come Graded competitiva in Italia e sui mercati internazionali.

di Roberta Imbimbo

Dott. Grassi, cominciamo dalla fine: la nascita di questa nuova startup. Da quali esigenze è stata dettata?

Questa nuova startup si chiama “Janus” come la divinità romana dai due volti: uno ancorato alla storia  della società, al proprio DNA, all’esperienza fin qui maturata, l’altro rivolto all’innovazione e al futuro. Esperienza e innovazione camminano una accanto all’altra, nel segno della continuità. “Janus” è anche il nome di un satellite di Saturno ed è coerente con il progetto “Orbita Graded” che si arricchisce di questa nuova start up. L’obiettivo? Rinforzare specifici rami di attività nell’orbita di un’esperienza societaria che vanta quasi 70 anni di storia e che, per restare competitiva sul mercato, non ha altra scelta se non quella di innovarsi, innovarsi, innovarsi. Non ci fermiamo qui, però. Il nostro obiettivo è ancora più ambizioso.

E qual è il vostro obiettivo?

Vogliamo aiutare i ragazzi che si sono formati a Napoli offrendo loro opportunità lavorative alla pari se non superiori a quelle che oggi offre il mercato internazionale, sia qualitativamente che per riconoscimento del merito. Un vero e proprio consolidamento delle nostre professionalità per tenerle ancorate al territorio di cui abbiamo a cuore lo sviluppo competitivo e il recupero dei divari sociali e di competenza con il resto del Paese. Un’azione che, se darà i risultati sperati, potrebbe innescare anche la voglia di ‘tornare a casa’ per tutti coloro che già oggi arricchiscono altri territori.  Janus è pronta ad assumere fin da subito le prime 4-5 persone, fissando una corsia preferenziale per i cosiddetti ‘cervelli di ritorno’. Vogliamo dare il nostro piccolo contributo affinchè il know how e le potenzialità che è in grado di esprimere Napoli vadano consolidate e non più disperse. Un contributo immediato e concreto che ci richiama alla nostra responsabilità sociale di azienda e al nostro bagaglio di cultura d’impresa, alzando l’offerta prima ancora che si possano organizzare strumenti “ad hoc” dall’esterno.

State già scommettendo sui giovani cervelli?

Siccome l’obiettivo è proprio quello di riconoscere a giovani competenti e selezionati precisi ruoli e responsabilità, la neonata startup è guidata da un giovane, un ex studente della Digita Academy, l’ingegnere Gennaro Ardolino che già ricopre in Graded i ruoli di CISO e responsabile Digital Innovation. Lo schema di governance che abbiamo scelto è un cda a tre, dove l’ad Ardolino sarà in compagnia di Ludovica Landi, nostra COO, e Fabrizia Grassi, già in Cda Graded. Con Janus siamo subito partiti in modalità Open Innovation con un primo hackathon rivolto a studenti e giovani sviluppatori per progettare una piattaforma digitale in grado di gestire le Comunità Energetiche Rinnovabili.

Sul fronte dell’efficienza energetica, Graded ha recentemente costituito anche una newco in partnership con Q8 Quasar. Di cosa si tratta?

La newco si chiama My Energy Q8: Graded si unisce al network di Q8 Quaser con l’obiettivo di supportare il modo in cui le aziende gestiscono e ottimizzano il consumo energetico nella propria attività di impresa. Si tratta di affiancare operativamente un gruppo dell’importanza di Q8 nella sfida della Transizione ambientale ed energetica e nel conseguimento degli obiettivi SDGs il più rapidamente possibile.

Intanto prosegue la ricerca sul fronte dell’idrogeno e di altre fonti energetiche rinnovabili…

Abbiamo raccolto la sfida dell’idrogeno già a partire dal 2021 avviando due impianti pilota da sviluppare all’interno di altrettanti progetti di ricerca: uno in Campania, all’interno di “Green Farm”, in collaborazione con il Dipartimento di Agraria della Federico II, l’altro a Dubai in partnership con la Sharjah University. Il nostro obiettivo è utilizzare questi impianti di micro-cogenerazione, studiarne i benefici ambientali e replicare la tecnologia su larga scala, affinché si possano raggiungere i target di carbon neutrality in linea, anche qui, con gli SDGs. Un obiettivo ambizioso che può essere centrato più facilmente attraverso un modello di partenariato tra Università, Enti Pubblici, centri di Ricerca ed aziende, sulla scorta delle nostre numerose esperienze.