L’importanza della cultura green nella gestione dei porti

Marinedi, realtà consolidata al passo con i tempi

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Fondato nel 2012, e oggi presente in 14 porti operativi con oltre 6000 posti barca,  il Gruppo Marinedi ha affermato sin da subito la sua leadership nel mercato italiano ed europeo dello sviluppo e della gestione di Marina, favorendo sensibilmente l’incremento del turismo nautico nel Mediterraneo, grazie ad una politica imprenditoriale vincente ed innovativa. In questa lunga intervista, il suo fondatore e amministratore unico, l’ingegnere Renato Marconi, sottolinea l’importanza di una necessaria inversione di rotta che porti tutti gli operatori del settore a prestare una sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità ambientale.

di Roberta Imbimbo

Ing. Marconi, ci racconti la sua storia professionale. Precedentemente fondatore di Acquatecno, società di ingegneria nata nel 1988 e che opera tutt’ora nel settore delle opere marittime e dell’ambiente, lei è oggi uno dei maggiori esperti italiani in fatto di Marina privati. Quando ha maturato l’idea, rilevatesi poi vincente, di fondare Marinedi?

Alla base del progetto di Marinedi vi è stata la ferrea volontà di portare avanti un modello di gestione del tutto originario ed innovativo, completamente diverso da quello adottato in passato. L’idea era infatti quella di costituire una sorta di catena di porti turistici, geograficamente non troppo lontani tra loro, al fine di non perdere l’effetto rete. Oggi Marinedi, a distanza di quasi dieci anni dalla sua fondazione,  è senza ombra di dubbio il primo network di Marina nel Mediterraneo, con 6.000 posti barca in 14 approdi operativi. Strutture complesse ed organizzate, in grado di offrire una vasta gamma di servizi e utilities. Il nostro principale punto di forza, che ci contraddistingue nettamente dai competitors, è senza ombra di dubbio la qualità dei servizi offerti in ogni location: il nostro standard operativo è molto elevato, il nostro marchio una garanzia certificata. I diportisti sanno che, in ogni struttura, in ogni porto, riceveranno sempre lo stesso livello di servizio e la stessa massima attenzione. Non a caso la nostra filosofia aziendale, “un solo marchio, un solo standard”, anima la nostra mission, con l’obiettivo principale di ottimizzare il grado di soddisfazione dei nostri clienti, costruendo con loro, giorno dopo giorno, un solido rapporto di fiducia, nella piena consapevolezza che solo così facendo si possono ottenere risultati significativi e duraturi nel tempo.

Come si è evoluto il settore? E su quali peculiarità avete puntato per emergere in un mercato così competitivo?

Una premessa appare necessaria. Lungo le coste della penisola italiana sono disseminate complessivamente 525 strutture portuali turistiche e commerciali. Fino a dieci anni fa, tali strutture erano amministrate in modo del tutto arcaico, piuttosto artigianale, in un mercato invece già ampiamente globalizzato. Negli ultimi anni, finalmente, anche nel nostro Paese si è passati ad una gestione più in linea con gli standard internazionali. E’ stata un’evoluzione lenta, ma fondamentale. Questo perché, nello stesso periodo di riferimento, si è registrata una radicale mutazione nelle abitudini di consumo dei diportisti, sempre più sensibili allo standard dei servizi ricevuti. Per soddisfare una domanda anche estera sempre più esigente, Marinedi ha voluto fortemente accrescere il portafoglio dei prodotti offerti, investendo in tecnologie, formazione, professionalità e sicurezza.  In un mercato competitivo e in continua evoluzione,  passione, impegno, eccellenza del servizio offerto, affidabilità e sicurezza assicurate dalle migliori competenze, e nondimeno un modello di business innovativo, sono le “ancore” alle quali la nostra Società ha affidato i propri ormeggi, aiutando i Clienti a trasformare l’esperienza nautica in una pratica virtuosa.

Dunque, senza ombra di dubbio, il vostro modello di gestione vi contraddistingue dalla concorrenza e vi spinge ad espandervi ulteriormente. Sulla base di quali criteri individuerete nuovi siti marittimi?

Oltre alla gestione dei Marina già operativi o già in fase di acquisizione, il Gruppo Marinedi persegue da sempre l’obiettivo di individuare nuovi siti per operazioni di espansione, ampliamento e miglioramento. Generalmente, i porti sono scelti in base a caratteristiche tecniche, logistiche ed economiche ben precise. In estrema sintesi, si può rilevare che la vicinanza ad un aeroporto, la grandezza della struttura (non meno di 400 posti barca), e la localizzazione contigua ma non vicina ad altri porti di Marinedi, sono i tre criteri imprescindibili per valutare se una location può effettivamente entrare a far parte del nostro network. Le opportunità vengono minuziosamente vagliate di volta in volta. Ciò premesso, le posso anticipare che, entro la fine di quest’anno, porteremo a termine altre tre nuove acquisizioni, di cui una sicuramente all’estero (in Tunisia). Purtroppo, per motivi di privacy, non posso aggiungere altro.

Un tema a lei molto caro è quello della sostenibilità ambientale. Marinedi come si approccia ad esso?
Ogni porto turistico – soprattutto a seguito della crescita dirompente dei traffici al suo interno – rappresenta inevitabilmente un’alterazione dell’ambiente marino circostante. Al fine di rendere questo impatto il meno traumatico possibile, ogni struttura marittima ha la responsabilità etica di adottare politiche green, mettendo in campo tutte le misure necessarie ad evitare qualsiasi forma di inquinamento  delle acque e dell’ambiente naturale limitrofo. Ben consapevoli che la sostenibilità sia un fattore da cui può dipendere anche la capacità competitiva di un porto, nelle nostre strutture abbiamo quindi adottato una serie di norme stringenti, a tutela esclusiva dell’ambiente, come il divieto assoluto di utilizzare scarichi da parte delle imbarcazioni in porto e la promozione di un sistema speciale di raccolta dei rifiuti galleggianti,  con “ronde” periodiche effettuate dai nostri uomini. La nostra spiccata sensibilità sull’argomento, fa sì che gli specchi acquei dei nostri porti siano attenzionati ed estremamente puliti anche attraverso sistemi di ricircolo forzato ed ossigenazione delle acque.

Quale è stato l’impatto della pandemia sanitaria sull’intero settore?

 Fino al 2019, la portualità turistica aveva registrato una sensibile crescita sia in termini di fatturato che di numerosità della clientela soprattutto straniera. Il Covid-19 è stato, una doccia fredda per l’intero settore. Come era facilmente prevedibile la diffusione della pandemia globale ha avuto effetti negativi molto pesanti su tutto il comparto della portualità, a causa della iniziale drammatica riduzione dei traffici con l’estero. Il comparto più colpito è stato indubbiamente quello dei passeggeri, a seguito della sospensione, a partire dal mese di marzo 2020 del traffico crocieristico e dei traghetti (Decreto n.125 del 19 marzo 2020). Fortunatamente, però, superata la prima fase critica di allarmismo e pessimismo, a causa anche delle restrizioni imposte dal Governo durante tutto il lockdown, l’andamento dei traffici portuali turistici è migliorato in modo significativo. I diportisti, superato un primo momento di assoluta incertezza, hanno infatti iniziato a  percepire l’imbarcazione come un luogo sicuro e protetto. Così facendo, hanno ripreso a solcare i mari della Penisola, facendo registrare un aumento del transito delle imbarcazioni nazionali. Ebbene, seppure con enormi sacrifici, il comparto sta trovando la strada per uscire dalla crisi, dimostrando coraggio e tenacia, supportato dalle professionalità e dalle eccellenze del settore.

  Per maggiori info (https://www.marinedi.com)