Difficoltà a urinare, dolore, diminuzione del flusso di urina, stimolo impellente o più frequente del normale? Ad una indagine conoscitiva svolta tra 320 pazienti, chiamata “Quello che gli uomini non dicono”,  l’85% del campione intervistato ha risposto chiamando in causa la prostata. È la prima cosa che viene in mente perché sulla prostata è stata fatta molta informazione, ma la risposta giusta è un problema uretrale. L’uretra maschile misura 18-20 cm e attraversa il pene fino alla punta del glande. Succede quindi che all’interno del canale che porta all’esterno urina e spermatozoi si possono creare restringimenti dovuti al deposito di tessuto cicatriziale. Il Prof. Salvatore Sansalone, Specialista in Urologia e Andrologia, Professore dell’Università di Tor Vergata, Consulente del Ministero della Salute, in questa lunga intervista parla delle ultimissime frontiere nel trattamento della stenosi uretrale.

di Roberta Imbimbo

Prof. Sansalone, cos’è la stenosi uretrale?

Per stenosi dell’uretra, patologia poco nota ma particolarmente diffusa soprattutto tra i maschi over 50, si intende la riduzione o addirittura una completa ostruzione del lume dell’uretra, cioè il canale da dove fuoriescono le urine, dovuto a molteplici fattori che determinano una crescita di tessuto cicatriziale a livello della sua parete spugnosa. Le principali cause della stenosi uretrale possono essere, Infezioni urinarie, Traumi uretrali, Manovre strumentali nell’uretra (cateterismo, uretroscopia, cistoscopia, interventi urologici) Malattia dermatologica: Lichen Sclerosus, Ipospadia fallita, Tumore uretrale.

Come viene diagnostica questa patologia?

Per essere diagnosticata correttamente, la stenosi uretrale ha bisogno di una accurata anamnesi (la raccolta dei dati della storia medica e familiare del soggetto) e di esami strumentali specifici, quali l’uroflussometria, uretrocistografia retrograda e minzionale e l’uretroscopia.

Solo con un quadro clinico completo, lo specialista è in grado di risalire con precisione alla causa che ha generato la stenosi, individuando il tratto di uretra interessato (anteriore o posteriore), il grado di gravità della patologia, l’impatto sulla qualità di vita del paziente, e l’approccio terapeutico più efficace, condizionato appunto dall’eziologia, dalla lunghezza e dalla sede della stenosi. Il più delle volte la scelta terapeutica ricade sulla chirurgia. Oggi sono stati raggiunti enormi traguardi in questo campo: grazie al lavoro del prof. Guido Barbagli, che ha dato il suo nome ad una tecnica ricostruttiva davvero all’avanguardia, l’Italia ha affermato la sua leadership nel campo della chirurgia dell’uretra.

Entrando più nello specifico, quali sono le ultimissime frontiere nel trattamento chirurgico di tale patologia?

L’intervento di uretroplastica con innesto di mucosa orale consiste nel riaprire completamente il canale uretrale per ripristinarne la funzionalità, salvaguardando al contempo la funzione sessuale ed estetica. Si tratta di un intervento che coniuga l’urologia alla chirurgia plastica ricostruttiva e all’andrologia, e che prevede di ripristinare la funzione urinaria e sessuale utilizzando innesti di tessuti autologhi del paziente. In che modo? Se sino a qualche anno fa si usava una porzione di cute prelevata dal prepuzio con la circoncisione, più di recente il Prof. Barbagli ha avuto la felice intuizione di usare un lembo di mucosa prelevata dall’interno della guancia; una novità di assoluto prestigio in questo campo, che ha mostrato di avere un tasso di successo elevatissimo.

Si tratta di una procedura a dimensione di paziente?

Assolutamente sì! Il fastidio del prelievo dura solo pochi giorni, il paziente può riprendere a mangiare il giorno stesso dell’intervento e i punti di sutura si riassorbono spontaneamente dopo circa un mese. Proprio per questi motivi, la mucosa orale è oggi considerata il gold standard per qualsiasi tipo di uretroplastica anteriore; tuttavia, prima di pianificare l’intervento, è opportuno valutare attentamente i pazienti per verificare l’estensione dell’apertura della bocca, la dimensione del tessuto disponibile su entrambe le guance e la presenza di cicatrici dovute a morsi cronici sulla guancia o interventi chirurgici precedenti. Trattandosi di un intervento molto delicato, il cui successo dipende dall’esperienza e dell’abilità degli operatori, è opportuno affidarsi a Centri  altamente specializzati, i cui chirurghi abbiano all’attivo numerosi casi l’anno. Un intervento non eseguito a regola d’arte può infatti determinare complicazioni, danni alla funzione sessuale e la necessità di intervenire di nuovo, oltre a una lunga sequela di problematiche psicologiche che possono interferire con la vita sessuale e di coppia. Il Prof. Barbagli ed io abbiamo all’attivo oltre 3mila interventi con una media di 400 casi l’anno, il 25% dei quali provenienti da tutto il mondo.

Per maggiori info: www.stenosiuretrale.it