In Italia, la mastoplastica additiva è uno degli interventi chirurgici estetici più richiesti. Ogni anno vengono infatti effettuati circa 50.000 interventi, a conferma della crescente domanda di aumento del seno tra le donne di ogni fascia di età (per legge nel nostro Paese l’intervento non può essere però effettuato a ragazze di età inferiore ai 18 anni). Il fatto che la mastoplastica additiva sia così diffusa dimostra quanto questo tipo di intervento sia ormai consolidato nel panorama della chirurgia estetica, con risultati sempre più naturali e sicuri grazie ai progressi nei materiali delle protesi, nelle tecniche chirurgiche e nelle strategie di recupero post-operatorio. “La maggiore consapevolezza riguardo alla sicurezza dell’intervento e all’evoluzione delle tecniche minimamente invasive, che riducono i rischi e accelerano il recupero post-operatorio, contribuiscono al crescente successo di questo tipo di chirurgia utilizzata sia per motivi puramente estetici che funzionali” afferma il Prof. Sergio Brongo, Professore Associato Chirurgia Plastica Università di Salerno Responsabile UO Chirurgia Plastica Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi di Ancona.

di Roberta Imbimbo

Prof. Brongo, cos’è la mastoplastica additiva e perché oggi molte donne scelgono questo intervento?

La mastoplastica additiva è un intervento chirurgico che ha come obiettivo l’aumento del volume del seno attraverso l’inserimento di protesi mammarie. Oggi un gran numero di donne ricorre a questo tipo di chirurgia per tanti motivi, spesso legati a una combinazione di fattori estetici, emotivi e funzionali. Il seno è, infatti, considerato un simbolo di femminilità e, in alcuni casi, una percezione di un seno più piccolo o asimmetrico può influire negativamente sulla propria autostima. Dopo una gravidanza o una perdita significativa di peso, ad esempio, il seno può perdere volume e tonicità, e quindi può apparire svuotato e cadente. La mastoplastica additiva aiuta in questi casi a ripristinare la forma e la pienezza del seno, consentendo alle donne di sentirsi più a loro agio nel proprio corpo. Con questo tipo di intervento è inoltre possibile correggere le asimmetrie naturali tra i due seni, creando un aspetto più equilibrato. In altri casi, la mastoplastica additiva viene scelta come parte di un intervento ricostruttivo, come nel caso di pazienti che hanno subito una mastectomia a causa di un cancro al seno. L’obiettivo, in questo caso, è restituire la simmetria e il volume persi, migliorando il benessere psicologico della paziente. Infine, alcune donne semplicemente desiderano un seno più grande per ragioni estetiche, per sentirsi più attraenti o per sentirsi più in sintonia con l’immagine di sé che desiderano proiettare.

Oggi le protesi mammarie rappresentano il culmine dei progressi tecnologici nel campo della chirurgia estetica.

Assolutamente sì! L’evoluzione delle protesi mammarie ha permesso di offrire risultati sempre più naturali e personalizzati. Le nuove tecnologie e la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di forme, volumi e profili consente di adattare l’intervento alle specifiche esigenze di ciascuna paziente. Generalmente, le protesi rotonde sono più adatte a chi cerca un volume evidente, mentre le protesi anatomiche sono ideali per le pazienti con ptosi mammaria poiché permettono di sollevare e ridare volume alla parte inferiore del seno. Le protesi moderne sono inoltre progettate per interagire perfettamente con l’organismo, riducendo l’irritazione dei tessuti circostanti. Le protesi a gel coesivo sono meno suscettibili a perdite di forma e rotture, riducendo ulteriormente il rischio di revisioni chirurgiche e migliorando la stabilità a lungo termine (alcuni impianti hanno una durata garantita che può arrivare fino a 15/20 anni).

Quali sono le ultimissime frontiere nelle tecniche chirurgiche?

Nel tempo, le tecniche chirurgiche sono diventate sempre meno invasive. Oggi, infatti, è possibile eseguire interventi con minori traumi per i tessuti e minor componente cicatriziale, riducendo significativamente il tempo di recupero e il rischio di complicazioni post-operatorie. Le protesi mammarie sono posizionate sotto la ghiandola mammaria o sotto il muscolo pettorale, a seconda della tecnica chirurgica adottata. In entrambi i casi, le incisioni sono generalmente più piccole e meno visibili. Le pazienti possono tornare alle normali attività già dopo pochi giorni; nel 98% dei casi il recupero post-operatorio va dai 3 ai 10 giorni. Mi preme sottolineare che le protesi mammarie, sia rotonde che anatomiche, non impediscono la possibilità di effettuare screening oncologici, come la mammografia, e non compromettono la capacità di rilevare tumori al seno.

Lei è un chirurgo plastico noto per la sua esperienza e competenza non solo in mastoplastica additiva, ma anche in rinoplastica. Cosa può dirci su questo tipo di intervento?

La rinoplastica è uno degli interventi chirurgici estetici più richiesti e complessi, mirato a modificare la forma, le dimensioni e la struttura del naso per ottenere un risultato armonioso e proporzionato al resto del viso. Questo intervento, che può essere eseguito per motivi estetici, funzionali o ricostruttivi, è capace di migliorare l’aspetto e la funzionalità nasale, con un impatto positivo sull’autostima e sulla qualità di vita del paziente. L’intervento può essere eseguito con due approcci chirurgici principali. Con la rinoplastica a cielo coperto, le incisioni vengono praticate all’interno delle narici, senza lasciare cicatrici esterne visibili. Con la rinoplastica aperta, l’incisione viene fatta esternamente tra le narici (ma la cicatrice è quasi invisibile). Questo approccio consente al chirurgo di avere un accesso diretto e migliore visibilità sulla struttura del naso, rendendo più facile eseguire correzioni più precise e articolate. Il recupero dopo una rinoplastica è un processo graduale che richiede pazienza. La maggior parte delle persone ritorna alle normali attività sociali e lavorative entro due settimane.