“Usare cannabis a scopo terapeutico non aumenta il suo consumo fra gli adolescenti”

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LA LEGALIZZAZIONE e la diffusione della cannabis ad uso medico non hanno fatto aumentare il consumo della marijuana a scopo ricreativo fra gli adolescenti. A sostenerlo uno studio guidato dalla Columbia University di New York, che smonta una fra le principali argomentazioni degli oppositori dell’uso medico della cannabis. I risultati sono stati pubblicati su Addiction.

Negli Usa, 29 stati hanno legalizzato la cannabis medica (la California per prima, nel 1996). Fra le principali argomentazioni di chi era ed è contrario a questa legalizzazione vi è l’idea che la diffusione legale di marijuana per trattare patologie possa avere come effetto collaterale quello di un aumento del consumo fra gli adolescenti, l’età in cui più frequentemente si inizia a farne uso. E questo tema è diventato un focus del dibattito pubblico americano a partire dal 1996. Per capire se i timori degli oppositori erano fondati, i ricercatori di New York hanno svolto una revisione, ovvero una meta-analisi, su un vasto campione di studi condotti su adolescenti fino al 2014. In base ai risultati, nessunio degli undici studi, selezionati dai ricercatori a partire da circa 3000 ricerche sul tema, ha rilevato una variazione significativa – dunque né un aumento né un calo – nei consumi di cannabis fra gli adolescenti dopo l’entrata in vigore delle leggi che l’hanno legalizzata per uso medico.

Per ora, ha spiegato Deborah Hasin, del dipartimento di Psichiatria alla Columbia University di New York, non c’è alcuna base per cui la legalizzazione medica possa aumentarne il consumo ricreativo fra gli adolescenti. Il risultato non è però valido in assoluto, come chiarisce l’esperta. “Potremmo scoprire – ha sottolineato Hasin – che la situazione varia via via che i mercati specializzati per il commercio di marijuana medica si sviluppano e si espandono, e quando gli stati legalizzeranno la marijuana per uso ricreativo”.

Se per ora non c’è alcun aumento del fenomeno fra i ragazzi collegato alla cannabis terapeutica, non c’è altrettanta chiarezza rispetto all’effetto sul consumo fra gli adulti. Non ci sono numerosi studi che permettano di comparare i dati dell’uso prima e dopo le leggi in questione, sottolineano gli autori del paper, mentre esiste un’evidenza per cui questo uso risulterebbe aumentato in seguito alla legalizzazione a scopo terapeutico.

Sempre su Addiction, inoltre, un editoriale affronta il problema dell’aumento di decessi dovuto ad overdose di oppioidi – un problema crescente secondo i centri governativi Cdc, che controllano la sanità pubblica – con oltre 63mila morti per questa causa nel 2016. Gli autori dell’editoriale ipotizzano che la marijuana medica possa contribuire ad una riduzione del numero di questi decessi, fornendo un metodo di gestione del dolore meno rischioso e più organizzato. Inoltre, spiegano gli autori, dopo l’entrata in vigore di queste leggi ci sarebbe stato un calo delle percentuali di decessi per overdose di oppioidi,

anche se il legame di causa-effetto non può essere dimostrato ed inoltre questa correlazione è emersa da studi ecologici, che cioè hanno considerato ampie zone geografiche non tenendo conto delle differenze delle leggi sulla cannabis terapeutica nei diversi stati.

Fonte http://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/03/19/news/la_marijuana_medica_non_ha_aumentato_il_consumo_della_cannabis_fra_gli_adolescenti-189567941/