La Legge 31 agosto 2022 n. 130, in vigore dal 16 settembre 2022, ha avviato la riforma della giustizia e del processo tributario con l’obiettivo di migliorare la qualità delle sentenze tributarie e ridurre il contenzioso in Corte di Cassazione, tenuto conto che una giustizia tributaria efficiente non può che rappresentare un volano per l’economia del nostro Paese. Ad illustrarci le ultimissime novità in materia è l’Avvocato Angelo Stefanori, titolare dell’omonimo Studio legale tributario di Roma.

 di Roberta Imbimbo

Avvocato Stefanori, quali sono le principali novità che interessano il diritto tributario?

Il diritto tributario governa ogni nostra azione, dagli acquisti che quotidianamente facciamo, con le loro diverse aliquote IVA, ai vari regimi applicabili all’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo. Le questioni riguardanti il lavoro dipendente sono poi affrontate dalla stampa con cadenza quasi quotidiana. Su tutti questi temi, l’avvicendamento della compagine governativa determina inevitabili profili di novità, introdotte da norme che poi richiedono istruzioni applicative spesso molto articolate, che sono il pane quotidiano sia dei fiscalisti che degli avvocati.

Il PNRR ha determinato novità anche nel settore fiscale?

Sì, ha portato – finalmente – alla riforma della giustizia tributaria, con la legge n. 130 del 31 agosto 2022: prevede finalmente giudici impiegati a tempo pieno, per i quali si è coniata l’espressione di “quinta magistratura” che si aggiunge a quella civile, penale, amministrativa e contabile. Il rafforzamento della mediazione tributaria e l’introduzione della prova testimoniale rappresentano novità rilevantissime che imporranno un nuovo modo di operare anche agli avvocati, che avranno strumenti più incisivi per dimostrare l’effettiva capacità contributiva dei loro clienti.

Cosa significa, in concreto?
Il nuovo impianto normativo consente al Giudice un’analisi più profonda della controversia: ciò richiede una maggiore consapevolezza sia da parte del contribuente sia da parte del professionista, che deve tempestivamente individuare le soluzioni processuali più idonee, fondate su robuste allegazioni documentali e/o testimoniali, come accade nella maggior parte degli altri processi. A ciò va aggiunta la necessità della verifica degli istituti definitori recentemente introdotti al fine di chiudere vertenze introdotte molti anni fa ed ancora pendenti, soprattutto in Cassazione, nonché la verifica della possibilità di usufruire delle “rottamazioni” delle cartelle di pagamento a suo tempo notificate.

Gli interventi del legislatore in campo fiscale continueranno?
Questa è una delle poche certezze che un tributarista può avere: ci sono sempre stati e certamente non mancheranno in futuro. Vi è infatti la necessità di mettere mano alla normativa tributaria sostanziale, soprattutto nell’ottica della semplificazione oltre che della riduzione delle aliquote. Aggiungo la sempre maggiore volontà del Legislatore di rimanere al passo con i tempi, per “intercettare” tutti i nuovi fenomeni economici, come dimostrato dal recente intervento sulle criptovalute.