Un riferimento di spessore nazionale ed internazionale nel settore oculistico,  soprattutto in relazione alla cura di patologie rare e poco conosciute: il Dott. Carmine Ciccarini si è laureato in Medicina e Chirurgia con una tesi sui Potenziali evocati visivi con il Dipartimento di Scienze Neurooftalmologiche della Mount Sinay School di New York, diretta dal prof Bodis Wolner. Successivamente comincia una stretta relazione professionale con il dott. Forlini di Ravenna, esperto di livello mondiale sulla tecnica della vitrectomia. Negli anni ‘90 si stabilisce alla John Hopkins School di Baltimora per specializzarsi sulle malattie genetiche, un’esperienza significativa grazie alla quale oggi è considerato un’eccellenza nella diagnosi e nella cura delle malattie rare dell’occhio. Tra i suoi ambiti di specializzazione spiccano le neuropatie congenite ed acquisite, le maculopatie e le malattie neuro oftalmologiche.

di Roberta Imbimbo

Dott. Ciccarini, lei ha maturato una significativa esperienza nel trattamento delle patologie rare dell’occhio, anche grazie ai numerosi studi fatti all’estero, da New York a Parigi e Londra.

Assolutamente sì! Dopo aver conseguito la specializzazione in Oftalmologia presso l’Università di Parma (centro di eccellenza per le malattie rare), e dopo aver frequentato numerosi corsi di perfezionamento all’estero al fianco di professionisti di fama internazionale (presso Centri specializzati tra cui l’Ospedale di Lione e il Johns Hopkins Hospital negli USA), ho deciso di specializzarmi nella cura delle malattie rare dell’occhio, per le quali sono riuscito ad improntare terapie davvero innovative, che senza ombra di dubbio rappresentano una speranza per chi è affetto da patologie altamente invalidanti, un tempo ritenute incurabili.

Lei è considerato una sorta di oculista visionario, altamente specializzato nel trattamento delle neuropatie acquisite e congenite. Che cosa sono e come si manifestano?

Tra le malattie rare di origine congenita vi è la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber, una malattia neurodegenerativa mitocondriale del nervo ottico, che spesso si manifesta con una perdita improvvisa della vista nei giovani adulti, prevalentemente di sesso maschile. Oltre alle neuropatie causate da anomalie genetiche, vi sono quelle acquisite, vale a dire quelle dovute a diverse cause come traumi, malattie sistemiche, disturbi vascolari, infezioni e malattie autoimmuni. A seconda della causa della neuropatia, la terapia dovrà essere mirata in modo da alleviare la sintomatologia (il grado di recupero dipenderà ovviamente dalla gravità del danno).

Quale sono le ultimissime frontiere nel trattamento di tali patologie?

Nonostante alcune terapie siano ancora in fase sperimentale, e il loro utilizzo ancora molto limitato (in commercio  oggi vi è solo un collirio per le cheratopatie neurotrofiche) in via generale si può asserire che i Fattori di Crescita Nervosa (NGF) in futuro daranno sicuramente un significativo contributo alla cura di molte patologie altamente invalidanti, sia congenite che acquisite. Personalmente, oggi prediligo terapie off laser, utilizzando la Dopamina (peraltro già utilizzata nel 2000 negli USA per la cura della neuropatia ottica ischemica), associata agli antiossidanti mitocondriali (l’Idebenone) e la Serotonina. Ogni trattamento terapeutico deve essere ovviamente personalizzato in modo da garantire risultati sorprendenti ai pazienti che con fiducia si affidano alla mia esperienza e professionalità!

Per maggiori info

www.oculistacarmineciccarini.it