Studio Giorgio C. Rubini, un’eccellenza nella difesa tributaria

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Lo Studio del Dott. Giorgio C. Rubini, dottore commercialista di comprovata esperienza ultraventennale, con sedi in Milano e nella Bergamasca, si occupa di consulenza fiscale con specializzazione nel campo della tutela dei contribuenti (privati ed imprese) verso l’Amministrazione Finanziaria, tanto nelle fasi pre-contenziose, quanto nella difesa davanti agli Organi di Giustizia Tributaria. L’approfondita conoscenza della normativa fiscale nazionale ed internazionale, acquisita nel corso del tempo anche attraverso i numerosi Master specialistici frequentati, unitamente alla necessaria sensibilità ed esperienza nella gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione, consentono al Dott. Rubini ed ai qualificati collaboratori di cui si avvale, di adottare le strategie più adeguate al fine di porre la propria clientela nella condizione di raggiungere l’obiettivo prefissato. Abbiamo rivolto al Dott. Giorgio C. Rubini alcune domande in ordine alla attività professionale svolta.

di Roberta Imbimbo

Di cosa vi occupate concretamente?

Siamo specializzati nel campo della difesa del contribuente in tutte le fasi in cui questi entra “nel mirino” del Fisco. Lo assistiamo in caso di accessi, ispezioni e verifiche, sia presso la propria sede, che nei casi dei c.d. controlli “a tavolino”, esercitando l’azione finalizzata alla tutela giurisdizionale davanti al Giudice quando il contribuente stesso è raggiunto da un provvedimento di natura impositiva o esattiva ritenuto illegittimo e/o infondato.

Ci sono aspetti particolari che meritano di essere sottolineati nello svolgimento di questa attività?

Si, siamo molto sensibili a dare risalto ai profili di illegittimità che, devo dire, non di rado, inficiano gli atti dell’Amministrazione Finanziaria e/o dell’Agente della Riscossione. Nell’obbligazione tributaria il cittadino/contribuente è investito da un interesse legittimo, ossia il diritto di verificare che il potere che la Legge riconosce all’Ente impositore o Esattore di turno venga esercitato nel pieno rispetto dei paradigmi normativi vigenti. Spesso questo non avviene e così i provvedimenti emessi a carico del contribuente possono essere affetti da vizi e patologie il cui grado di gravità può condurre anche al radicale annullamento degli stessi. Compito del bravo Difensore Tributario è – oltre ovviamente quello di studiare approfonditamente la fattispecie di merito che di volta in volta si affronta – quello di andare “a stanare” questi vizi che possono rendere illegittima l’intera pretesa avanzata.

Cosa deve fare concretamente un contribuente, persona fisica o giuridica che sia, quando è raggiunto da un atto emesso dall’Agenzia delle Entrate o dal nuovo Agente delle Riscossione, cioè Agenzia Entrate Riscossione?

Rivolgersi senza indugio ad un bravo Tributarista che sia in grado di maneggiare con cura i delicati meccanismi che caratterizzano le singole fasi connesse alle attività di accertamento e riscossione. Il contribuente non deve scoraggiarsi mai. Anche quando la procedura è giunta allo stadio terminale dell’esecuzione forzata è sempre possibile ravvisare delle condotte poste in essere in via pregressa dall’Ente impositivo o della riscossione di turno, tali da portare all’invalidamento di tutto l’iter procedurale ed al “riavvolgimento del nastro”. E magari si è già oltrepassato il limite decadenziale per azionare ex novo la pretesa originariamente avanzata. Recentemente, ad esempio, abbiamo ottenuto un significativo successo presso la CTR della Campania che ha riconosciuto l’illegittimità di un pignoramento presso terzi (e dunque si era già nella fase dell’esecuzione forzata), sul presupposto della mancata rituale notifica della cartella di pagamento e del ruolo ivi contenuto su cui tale pignoramento si fondava. Il messaggio da lanciare, dunque, è: mai arrendersi, anche quando si pensa di essere spacciati.

Un’ ultima domanda, di carattere più generale: in quale direzione sta andando il Fisco in Italia?

Sono dell’avviso che il Fisco da noi abbia raggiunto il punto di non ritorno. Tutto il sistema, ormai, necessita di una radicale e profonda trasformazione improntata ad un ammodernamento del settore. Ovviamente questo processo deve coinvolgere anche il processo tributario che oggi vive di fortissimi squilibri a favore della Parte Pubblica con Giudici tributari che sono pagati per ogni sentenza depositata da una delle parti coinvolta nella lite, e cioè dal Ministero delle Finanze. Un paradosso tutto italiano che ci si augura possa durare ancora per poco alla luce dei disegni di legge che attualmente pendono presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato che dovranno portare la Giustizia Tributaria a non essere più considerata di “serie b” rispetto agli altri ordinamenti.