L’emergenza morti sul lavoro nel nostro Paese non si ferma. In Italia purtroppo si continua a morire ogni giorno. Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) tra gennaio e giugno di quest’anno gli infortuni sono stati 382.288 (+43,3% rispetto allo stesso periodo del 2021), 463 dei quali con esito mortale (+41% rispetto all’anno precedente).  In assenza di emergenza sanitaria, che nel pieno della sua letalità era riuscita comunque a ridimensionare il numero delle morti bianche rispetto all’anno precedente, dopo la pandemia le morti sul lavoro sono quindi drammaticamente aumentate di un +164%. Dati allarmanti e preoccupanti che confermano un trend in salita e che evidenziano quanto sia necessario investire sempre più nella sicurezza sui luoghi di lavoro, considerando anche il proliferare di cantieri previsti col Piano Nazionale di Ripresa finanziato con i soldi europei del Recovery Fund. “Le aziende certificate con la UNI ISO 45001 hanno un tasso di frequenza ed un indice di gravità nettamente inferiori rispetto a quelle non certificate” asserisce in questa lunga intervista Manolo Valori, Direttore Tecnico di CVI Italia, sede italiana del gruppo slovacco CVI SRO, una delle più importanti realtà nel settore delle certificazioni volontarie con accreditamento internazionale.

 

di Roberta Imbimbo

Dott. Valori, sono già 463 le vittime sul lavoro da gennaio 2022 ad oggi, in una situazione in cui la pandemia da COVID19 influisce sempre meno sugli infortuni sul lavoro. Numeri drammatici che raccontano il dolore di tante famiglie italiane. L’indice di incidenza della mortalità – ovvero il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa – descrive drammaticamente e obiettivamente un’emergenza che non può più essere ignorata.

Nel nostro Paese, da gennaio a giugno di quest’anno sono volate le denunce di infortuni sul lavoro: rispetto allo stesso periodo del 2021, l’INAIL ha registrato infatti un aumento del 43,3% che, insieme alla crescente incidenza dei decessi in azienda, traccia uno scenario a dir poco allarmante. Dopo il calo drastico dei casi durante la pandemia, quando il mondo del lavoro si era dovuto giocoforza fermare, con la ripresa delle attività produttive e la frenesia di incrementare nuovamente e necessariamente la produzione, i numeri di incidenti sono tornati a correre. Soprattutto nel settore della cantieristica edile – dove le conseguenze degli infortuni risultano spesso mortali  – sono quindi necessarie politiche di prevenzione mirate ed una maggiore cultura della sicurezza.

Investire in sicurezza è dunque fondamentale e la certificazione UNI ISO 45001 rappresenta un valido strumento per contrastare efficacemente il triste fenomeno degli infortuni sul lavoro. Perché?

La UNI ISO 45001 Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro – Requisiti e guida per l’uso” è la prima norma internazionale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro ed è stata sviluppata dall’International Organization for Standardization (ISO) con il contributo di esperti provenienti da oltre 70 Paesi. La norma – che si applica a tutte le organizzazioni, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore di appartenenza – rappresenta un valido strumento a disposizione delle aziende che scelgono di certificare il proprio sistema di gestione della salute e sicurezza. Essa definisce infatti gli standard minimi di buona pratica per la protezione dei lavoratori, consente di implementare tutte le best pratice utili a prevenire situazioni avverse e a mettere in campo in modo proattivo tutte le azioni correttive ad eliminare la causa di un determinato infortunio, migliorando le performace in materia di safety and health di qualsiasi organizzazione. L’esperienza ha sin qui dimostrato che laddove vi è la cultura proattiva della sicurezza che parte dal top Management si registra una sensibile riduzione degli incidenti e degli infortuni sul lavoro rispetto alla media (un report INAIL del 2018 dimostra chiaramente che le aziende certificate UNI ISO 45001 hanno un tasso di frequenza inferiore del 16% rispetto alle aziende non certificate e un indice di gravità degli infortuni inferiore del 40% ), un miglioramento dell’efficienza dei processi aziendali, una riduzione cospicua dei costi relativi ai premi assicurativi INAIL e l’acquisizione di punteggi aggiuntivi nei bandi pubblici, ma soprattutto la capacità di soddisfare gli obblighi legali e normativi dell’organizzazione (decreto legislativo n. 81/2008). La UNI ISO 45001 non rappresenta quindi solo un valido strumento di tutela sociale dei lavoratori, ma anche e soprattutto un elemento distintivo che consentirà alle imprese di acquisire vantaggio competitivo nel mercato globale e di migliorare la propria brand reputation.

Questa norma costituisce quindi una vera e propria opportunità per le imprese  (da perseguire liberamente e volontariamente) di migliorare complessivamente le proprie performance aziendali. Perché in questo settore è fondamentale rivolgersi a professionisti esperti per l’ottenimento della Certificazione/Attestazione?

Perché è importante mappare tutti i processi aziendali, per verificare che l’operato di una determinata azienda sia conforme alle normative cogenti e che quindi abbia implementato correttamente i sistemi di gestione per la sicurezza e la salute dei lavoratori, attenendosi appunto alla nuova normativa. In virtù della sua struttura integrata con quella delle norme di gestione per la qualità (UNI EN ISO 9001) e per l’ambiente (UNI EN ISO 14001), la UNI ISO 45001 può senza dubbio contribuire a degenerare un nuovo modello di competitività sostenibile. In questo contesto operativo, CVI Italia, attiva sul mercato dal 2015, punta ad affermare la propria leadership nel mercato delle certificazioni volontarie con accreditamento internazionale, supportando le aziende che vogliono innovarsi per vincere le nuove sfide della concorrenza globale.

 

 

Per maggiori info (https://www.cvi-italia.com)